Il certificato antipedofilia diventa obbligatorio da lunedì 7 aprile. E’ una novità che riguarda chi lavora a contatto con ragazzi e bambini, comunque minori.
Rientrati i timori espressi nei giorni scorsi dal mondo del volontariato: una circolare del ministero della Giustizia ha già chiarito che l’obbligo del certificato del casellario giudiziale non riguarda i volontari. Possono così tirare un sospiro di sollievo le società sportive.
Il certificato antipedofilia resta però in discussione per quanto riguarda la sua applicazione ad altre categorie, come, ad esempio, baby sitter, colf, docenti, bidelli.
Si tratta di una nuova norma contenuta nel Decreto legislativo 39 del 4 marzo 2014, attuativo di una Direttiva Comunitaria relativa alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile.
La norma prevede che qualunque datore di lavoro che impiega una persona per lo svolgimento di attività professionali o volontarie che comportino contatti diretti e regolari con minori deve richiedere al lavoratore il certificato penale del casellario giudiziale.
Il certificato antipedofilia, così come è stato battezzato a livello popolare, consiste nel verificare l’assenza di condanne per una serie di reati (come pornografia, prostituzione, adescamento e violenza, ad esempio) ai danni di minori.
Se il datore di lavoro non richiede il certificato è soggetto a una sanzione che va dai 10.000 ai 15.000 euro.
La Cei ha sollevato perplessità sullo strumento chiedendo maggiore chiarezza mentre l’osservatorio giuridico dei vescovi dà le prime indicazioni: i catechisti sarebbero esclusi dalla nuova disposizione sul certificato del casellario giudiziario.
Redazione
[04/04/2014]
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