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Cecità o ignavia sul lavoro minorile? Di Andreina Corso

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Save the Children ci richiama sul fenomeno globale che include anche l’Italia e con una accurata indagine ci parla di una realtà sommersa e invisibile. E aggiungiamo, senza timore di smentita, ignorata dai più. Sulle deboli spalle dei bambini si carichiamo pesi insostenibili, dannosi per il loro futuro di donne e uomini alle prese con la vita. Certo, impareranno cos’è lo sfruttamento e la sopraffazione, la loro infanzia e adolescenza rubate a vantaggio di un’economia cialtrona, che tutto prende, arraffa e butta, come l’esistenza di un minore.

Questo specifico nostro paese che non merita la lettera maiuscola, scippa loro l’educazione, il diritto al gioco e allo studio e poco interesse rivela per quel mondo interiore che sul nascere e crescere è costretto a vivere l’umiliazione dello sfruttamento. Che cosa diventeranno queste bambine e questi bambini, domani? Non lo spiegheranno i convegni e le tavole rotonde, ma i loro incerti passi, che nella nebbia, li porteranno altrove.
L’Italia chioccia che ci mostra tutti i giorni la pubblicità di bambini vezzeggiati che divorano torte e che corrono felici sui prati, è anche l’Italia e gli italiani che non sanno, non hanno motivazione, interesse a scoprire che circa 58mila adolescenti, dati raccolti da Save the Children, con il titolo “Non è un gioco”, hanno svolto lavori dannosi al loro sviluppo psicofisico, favorendo un circolo vizioso di povertà ed esclusione. Apprendiamo tuttavia che esiste una legge che detta la possibilità per gli adolescenti di iniziare a lavorare a 16 anni compiuti e dopo aver compiuto gli obblighi scolastici. Si inserisce con evidenza il problema dell’abbandono scolastico.

I SETTORI IN CUI È DIFFUSO IL LAVORO MINORILE IN ITALIA
I settori prevalentemente interessati dal fenomeno del lavoro minorile anche per 14, 15cenni, sono:
la ristorazione (25,9%),
la vendita al dettaglio nei negozi e attività commerciali (16,2%),
seguiti dalle attività in campagna (9,1%),
in cantiere (7,8%),
dalle attività di cura con continuità di fratelli, sorelle o parenti (7,3%). Emergono anche nuove forme di lavoro online (5,7%), come la realizzazione di contenuti per social o videogiochi.

PRINCIPALI CAUSE DEL LAVORO MINORILE IN ITALIA
Tra i motivi e le cause che spingono ragazzi e ragazze ad intraprendere percorsi di lavoro ci sono l’avere soldi per sé, che riguarda il 56,3%, la necessità o volontà di offrire un aiuto materiale ai genitori, per il 32,6%. Non trascurabile sono i 38,5% di chi afferma di lavorare per il piacere di farlo. Il livello di istruzione dei genitori, in particolare della madre, è significativamente associato al lavoro minorile. La percentuale di genitori senza alcun titolo di studio o con la licenza elementare o media è significativamente più alta tra gli adolescenti che hanno avuto esperienze di lavoro, un dato che deve far riflettere sulla trasmissione intergenerazionale della povertà e dell’esclusione.
La maggioranza dei minori, ovvero il 53,8% che dichiara di aver lavorato durante l’ultimo anno o in passato, ha iniziato dopo i 13 anni, mentre il 6,6% prima degli 11 anni. Circa due terzi dei minorenni che hanno sperimentato forme di lavoro sono di genere maschile (65,4%) e il 5,7% ha un background migratorio. esclusione sociale.

Dall’indagine “Non è un gioco” è emerso che tra i 14-15enni intervistati che lavorano, quasi 1 su 3 (29,9%) lo fa durante i giorni di scuola, tra questi il 4,9% salta le lezioni per lavorare. Dai dati si evince che la percentuale di minori bocciata durante la scuola secondaria di I o di II grado è quasi doppia tra chi ha lavorato prima dei 16 anni rispetto a chi non ha mai lavorato.
La crisi economica e l’aumento della povertà in Italia, basti pensare che sono 1 milione 382 mila i minori che vivono in povertà, il 14,2% del totale, rischiano di far crescere il numero di minori costretti a lavorare prima del tempo, spingendone molti verso le forme di sfruttamento più intense. Le storie di vita dei ragazzi raccolte a Napoli, Ragusa, Prato e Treviso rivela una preoccupante dispersione scolastica e una testimoniano situazioni di seria urgenza economica e percorsi educativi segnati da insuccessi. La conseguenza? Senso di estraneità, sfiducia e abbandono, così accade sempre più spesso nei territori segnati da grave deprivazione.

Accostiamo questa meritevole indagine a una storia, quella di Zohra, una bambina di 8 anni, nata nell’Asia meridionale in una famiglia molto povera e sfruttata come domestica in Pakistan da una coppia benestante che l’ha picchiata al punto di toglierle la vita perché, “avrebbe liberato dalla gabbia due pappagalli”. Chissà che immedesimazioni ha provato Zohra con i due volatili in gabbia, chissà come avrebbe voluto volare con loro . . .
Questo fatto ripugnante risale a circa tre anni fa e subito l’Onu, in vista della Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile, informava il mondo che 152 milioni di bambini sono vittime di questa ingiustizia. 152 milioni è un numero enorme, spropositato, si fa fatica a pensarlo. E forse per questo rimane un numero e poveri gli Egiziani, gli scribi, che pensavano ad un segno scritto che traducesse un’emozione e la rivelasse, risolvendo angustie e disuguaglianze. Bello sarebbe, condizionale d’obbligo.

Andreina Corso

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3 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Sì, caro Shylock II°, purtroppo è così. Spesso si parla dell’infanzia senza riuscire a vederla davvero, si osservano gli adolescenti, più per rimarcare le loro debolezze e fragilità, che per riconoscerei problemi e le difficoltà che vivono. Il fatto che un mondo adulto sfrutti un ragazzino che lavora per aiutare la sua famiglia, è davvero ignobile. La ringrazio per aver ricordato i bambini dei villaggi e quelli violentati nel mondo. Se questo è un uomo, ci ha detto Primo Levi. Però questo ‘brutto mondo è anche abitato da tanti uomini e donne perbene. E ciò rincuora e ci fa sperare nella potenza dell’indignazione e nel valore dell’onestà. Grazie ancora per aver scritto.

  2. In molti casi si chiudono tutti e due gli occhi perché a qualcuno conviene avere manodopera a bassissimo costo da utilizzare ….
    Ricordo lo scandalo dei palloni da calcio della premier league inglese realizzati dai bambini dei villaggi afghani…..da allora non è cambiato nulla …. i bambini continuano ad essere sfruttati per lavoro, mandati a essere violentati o uccisi per strappare dai loro corpicini gli organi …..E non accade solo in posti lontani ma anche qui in Italia….. che brutto mondo…

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