La Capitale ieri è stata divisa, spartita tra le varie opposizioni, grazie a delle “gabbie”. Il rischio era quello che venissero a contatto i leghisti pro-Salvini e gli antagonisti anti Salvini a Roma, allora la polizia ha diviso la città coinvolta per zone (come avvenuto per il G8) : a via Napoleone III, quartiere Esquilino, dove c’è la sede di CasaPound, strade chiuse con le gabbie e agenti che presidiano angoli ed “incroci”.
Mentre Matteo Salvini, all’interno della propria “gabbia” usa parole forti: “il premier Renzi, il servo sciocco di Bruxelles, deve andare a lavorare, magari nell’azienda di famiglia”, “lo Stato è il primo ladro e strozzino”, “la legge Fornero la cancelleremo”, “i campi rom bisogna sgomberarli”, e via dicendo, fuori opposti tra loro si sfiorano e convivono.
Leghisti, CasaPound attraversa il centro, attivisti di sinistra dietro allo striscione «Mai con Salvini», e la destra radicale: Antagonisti e centri sociali vanno verso Campo de’ Fiori, poi si fermano e tornano indietro al Colosseo, CasaPound si schiera sotto il palco di Salvinifinchè tutto finisce e anche sugli animi agitati cala la sera.
Alla fine, il bilancio è positivo: 4.000 uomini in campo e nessun problema di sicurezza.
Dopo le polemiche per i danni alla Barcaccia provocati dagli ultrà del Feyenoord, e i tentativi di sfondamento dei centri sociali venerdì, era giusto così.
Mario Nascimbeni
01/03/2015
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