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Campo Santi Apostoli ha di nuovo la sua vera da pozzo grazie ai fratelli Rizzo

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Questa mattina è stata inaugurata la vera da pozzo di Campo Santi Apostoli dopo l'intervento di pulizia e restauro realizzato da Lares Srl grazie alla sponsorizzazione dei fratelli Guido e Nicola Rizzo, nell'ambito del progetto “Veneziani x Venezia” ideato da Fondaco in collaborazione con l'Assessorato comunale ai Lavori pubblici.

“Oggi riconsegniamo alla cittadinanza un altro bel pezzo del patrimonio cittadino – ha dichiarato l'assessore ai Lavori pubblici Alessandro Maggioni, intervenuto alla cerimonia insieme a Enrico Bressan di Fondaco, a Mario Cherido di Lares e ai fratelli Rizzo”.


Maggioni ha colto l'occasione per lanciare un appello ai veneziani, che hanno partecipato numerosi all'evento, affinché vigilino sulla buona conservazione dei manufatti restaurati e agli imprenditori veneziani. “Nei nostri uffici sono numerose le richieste di restauro e se ognuno farà  la sua parte potremo riportare la Città  ai suoi antichi splendori – ha concluso l'assessore – E' una sfida che l'Amministrazione comunale lancia a tutti affinché dimostrino concretamente, come i Rizzo, il loro amore per Venezia”.

Negli ultimi tre anni sono già  altrettanti i restauri di vere da pozzo eseguiti grazie al contributo dei panificatori veneziani che operano in città  da circa un secolo, tutti nel sestiere di Cannaregio, sede delle loro attività  commerciali: quella di San Marcuola (dei primi del '700), quella di Santa Sofia (della fine del '700) e questa di Campo Santi Apostoli, la più antica (risale al XVII secolo).

Le condizioni di degrado che i tre manufatti presentavano, derivavano dalla combinazione di cause climatiche e ambientali, ma anche da precedenti interventi manutentivi realizzati con materiali non idonei e da atti vandalici compiuti con vernici.
Il risultato dell'intervento è assicurato – ha spiegato Cherido – anche da un trattamento protettivo che è stato applicato sul pozzo e garantisce una buona resistenza al degrado, se pure per un numero di anni limitato.

I fratelli Rizzo hanno espresso la loro soddisfazione per il contributo che, grazie al progetto di Fondaco, hanno potuto offrire alla Città ; merito rafforzato dalle numerosissime attestazioni di stima da parte di loro clienti, amici e conoscenti e hanno dichiarato di voler continuare ad impegnarsi al fine di far conoscere a quanti più veneziani possibile questa importante iniziativa.

Il parroco della chiesa dei Santi Apostoli, don Luigi Battaggia, ha benedetto la vera da pozzo e espresso parole di ringraziamento per i fautori di questo restauro.

[4 marzo 2011]

La scheda tecnica del restauro.

IL RESTAURO DEI POZZI DI SAN MARCUOLA, SANTA SOFIA E SANTI APOSTOLI

L’intervento di restauro sui tre pozzi sponsorizzati dai fratelli Rizzo si è da poco concluso e ha consentito il recupero e la conservazione di questi manufatti semplici, ma di grande pregio, che si trovavano da tempo in stato di degrado.

I tre pozzi, diversi tra loro per forma e decoro, sono stati costruiti tra la seconda metà  del XVII secolo e la fine del XVIII.

Quello nel campo di San Marcuola è dei primi del Settecento e mostra un appartato scultoreo composto da quattro protomi loeonine e spesse volute aggettanti, racchiuse tra la cornice e lo zoccolo. Presenta inoltre tre scudi, in due dei quali sono riconoscibili gli stemmi delle nobili famiglie veneziane dei Foscari e dei Gritti.

La vera da pozzo di campo Santa Sofia è della fine del Settecento ed ha una geometria più essenziale. E’ costituita, infatti, da sei conci di pietra d’Istria, con cornice e zoccolo a basso rilievo formanti un cilindro.
Sul settore prospiciente la chiesa è visibile una scritta coeva, su quello a sinistra sono collocati tre stemmi accartocciati, mentre sul riquadro opposto all’iscrizione probabilmente vi era scolpito un leone marciano poi scalpellato.

L’ultimo pozzo ad essere stato restaurato è il più antico, risalente al XVII secolo, di campo SS. Apostoli, costituito da sei conci con profilo a gola, cornice sagomata e profilo a zoccolo.
Questo presenta sul lato verso Strada Nuova una cannella di fontana ottocentesca, mentre nel basamento circolare in pietra d’Istria sono riscontrabili alcune inclusioni di conci in pietra di Verona.

Le condizioni di degrado che i tre manufatti presentavano prima del restauro derivavano dalla combinazione di cause climatiche e ambientali, dovute al clima lagunare e all’inquinamento atmosferico, di problemi causati da passati interventi manutentivi con materiali non idonei e di atti vandalici, compiuti con vernici sui coperchi metallici e, nel caso di SS. Apostoli, anche sulla superficie lapidea.

L’intervento di restauro sulle vere da pozzo ha previsto in primo luogo la rimozione dei depositi superficiali e del guano mediante pennelli, spazzole semimorbide e scopini. Sono state quindi ridotti di spessore, attraverso l’utilizzo di bisturi a lama fissa, i depositi causati dai biodeteriogeni.

Per evitare la perdita di materiale è stato eseguito il preconsolidamento cautelativo delle parti in via di distacco, mediante microiniezioni direttamente nel substrato di resina epossidica caricata con silice micronizzata. Queste operazioni sono avvenute prima di intervenire con stuccature provvisorie, che hanno contenuto il prodotto, incrementandone la resa.

Dopo un blando lavaggio con acqua deionizzata e spazzole morbide di saggina, sono state rimosse tutte le stuccature non idonee o incompatibili con gli originali.
E’ stata quindi avviata la fase vera e propria di pulitura, che ha previsto il trattamento di disinfezione degli organismi autotrofi (muschi, licheni e patine algari), la rimozione dei deposti maggiormente coerenti, in alcuni casi mediante l’applicazione localizzata di resine a scambio anionico e cationico, e l’estrazione dei sali solubili e dei sottoprodotti di pulitura mediante ripetuti impacchi di acqua demineralizzata e polpa di carta, previa interposizione di carta giapponese.

Ove erano presenti vernici, queste sono state rimosse con uno specifico prodotto, scelto, a seconda dei casi, dopo preliminari campionature.
I coperchi metallici, in particolare quello del pozzo di Santa Sofia, che presentava moltissime scritte vandaliche, sono stati puliti, sottoposti a trattamenti antiruggine e verniciati.

Il consolidamento ha riguardato la giunzione di porzioni distaccate tramite l’impiego di resine epossidiche bicomponenti, l’integrazione delle fessurazioni maggiormente consistenti con stuccature di sottofondo a base di malta esente da sali, e l’integrazione superficiale, attraverso una preparazione a base di calce esente da sali, sabbia di fiume e polvere di pietra di idonea granulometria e colore in accompagnamento con gli originali.

Per mantenere nel tempo i risultati del restauro in tutti i tre pozzi è stato applicato un prodotto consolidante sulle superfici maggiormente degradate, mentre sulle superfici lapidee dei basamenti è stato steso un trattamento protettivo a base di un prodotto idrorepellente, che garantisce una buona resistenza dei materiali al degrado, anche se per una durata limitata ad alcuni anni.

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