Faville d’argento sul far della sera,
si spargono liete dal candido manto
di neve, che frivola scende volando
e soave e silente si posa leggera.
Comignoli accesi rivolgono al Cielo
preghiere di fumo rapite dal vento,
la vecchia fontana coperta dal gelo
di buffi ghiaccioli, borbotta a rilento.
Il Vespro rintocca; e gli strilli dai fiati
dei piccoli al gioco si fanno lontani,
rimangono incisi nei passi smorzati
quei sogni che ancora vivranno domani.
E rintocca, e rintocca, e un freddo nasino
si stampa col fiato sul vetro dei giochi;
mamma, ti prego, mi compri un trenino?
Non posso tesoro, i soldini son pochi….
E rintocca, e rintocca, e nell’aria pungente
si spande la voglia del tempo passato
di pace e di gioia, tra povera gente
che “guarda” tra i banchi di frutta al mercato.
E rintocca, e rintocca. Risplende la Chiesa
coi Chierici in coro che intonano un canto,
in braccio alla mamma restavo….in attesa…
ti amo, bambino….anch’io mamma, tanto.
Roberto Bellino