Bambini rom iscritti alla stessa classe? E noi ritiriamo nostro figlio e lo mandiamo in un’altra scuola. Si parla di un istituto di Trani di cui preferiamo non pubblicare il nome.
I bambini rom iscritti nell’istituto sono cinque in totale.
Come ricorda la vicepreside, M.M. : «prima si sono iscritti due fratellini, di sei e sette anni» poi si è aggiunto un cuginetto. A questo punto sarebbe scoppiata la reazione dei genitori: «Sono venuti a scuola e, come belve inferocite, mi hanno attaccata con tutte le cattiverie possibili».
I bambini rom sono iscritti regolarmente, due nella scuola d’infanzia e tre in quella primaria. Vivono nel campo rom tra Trani e Bisceglie, in zona «Mattinelle».
La vicepreside riferisce di aver ricevuto queste insinuazioni: «Sono sporchi, puzzano e portano malattie», pertanto bisognava agevolare il trasferimento dei figli delle famiglie che hanno protestato in un’altra scuola.
I bambini rom sono seguiti dai servizi sociali che hanno convinto le famiglie a mandarli a scuola. ma i genitori di quattro coetanei italiani avrebbero intimato alla vicepreside di mandarli via dalla classe, rivolgendole «parole irripetibili».
Redazione
04/10/2014
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Poveri bambini di quei genitori italiani, così inconsapevoli e così ignoranti. Ignorano infatti che lo studio è un diritto-dovere e che la scuola è (sarebbe) di tutti e per tutti. Non ricordano, forse, che la scuola è un luogo d’incontro dove s’impara a socializzare e stare insieme.
Ignorano che un bambino è sempre un bambino e che ha diritto di essere rispettato, se proprio non lo si riesce ad amare.
“Sono sporchi e portano malattie…”
Squallide argomentazioni che certamente si riverseranno anche sui loro figli, anch’essi vittime di cotanta ignoranza diseducativa.”
Meno male che i bambini sono un’altra cosa, ve lo dico da insegnante e sulla base dell’esperienza. Loro si capiscono, non possiedono le nostre barriere mentali e culturali, loro semplicemente imparano a stare insieme e se ci fosse un mondo adulto più civile, più generoso, meno egoista, crescerebbero meglio tutti. E forse domani avremmo uomini più tolleranti e liberi.
Consiglio quei genitori così preoccupati per “i loro figli” di cercare un dialogo con la scuola e la società, di conoscere e valutare il senso delle parole. Di dare un esempio, segno di civiltà.
Andreina Corso
HANNO FATTO BENE! E’ ora di dire basta!
ciao a tutti .state(non tutti)trattando gli emigranti esattamente come sono stati trattati tutti gli Italiani emigranti nel mondo.a me anno detto di tutto anche a i miei conoscenti italiani.eppure guardate gli Italiani nel mondo(affermati) emigranti e li vedrete con una prospettiva differente.ciao