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Aumento retroattivo sul posto barca. Mora, scadenze, pericolo di revoca: un aiuto per districarsi

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Rincari in vista per i possessori di barche e ‘tope’, e il problema è che gli aumenti per gli stazi sono retroattivi. Il Magistrato alle Acque rivede, al rialzo, i canoni delle concessioni demaniali e chiede ai titolari di posti barca nella laguna di Venezia di pagare la differenza dall’anno di avvio del rapporto (a partire dal 1989) fino a oggi.

Per questo molte delle “vittime” si stanno rivolgendo ad Adico, Associazione Difesa Consumatori, per capire se questa richiesta sia legittima oppure no. Una vicenda iniziata a giugno e una “botta” che a volte ammonta anche a migliaia di euro, considerato che le concessioni costavano 180 euro all’anno mentre ora si parte da 258 euro l’anno, più l’adeguamento Istat, indipendentemente dalle dimensioni dell’area in concessione.

Prendendo l’esempio di una concessione attiva dal 2007, l’adeguamento dei canoni costerebbe oltre 1.000 euro: all’epoca il canone era fissato in 180 euro annui, mentre il recente adeguamento del Magistrato lo raddoppia. Quindi altri 180 euro per 6 anni, per un totale appunto di 1.080 euro.

«La prescrizione per i canoni è di 5 anni, quindi il Magistrato può chiedere il pagamento al massimo a partire dal 2008» rispondono gli esperti di via Volturno. Ma c’è di più: dal momento che gli adeguamenti ministeriali in questi anni in realtà erano stati emanati, la responsabilità del mancato adeguamento annuale – e quindi della comunicazione ai concessionari – sarebbe del Magistrato alle Acque, e prima del Demanio, che è stato competente fino al 2010.

«Quindi è più urgente che mai una rettifica da parte del Magistrato per arrivare a una soluzione il più possibile equa della vicenda» aggiunge Carlo Garofolini, presidente di Adico. Anche perché per molti sono ormai scaduti i 120 giorni indicati nella lettera per il pagamento dei conguagli, e quindi in mancanza di un intervento e in condizioni di morosità i concessionari che si trovano in questa situazione rischiano la revoca della concessione stessa, anche se hanno pagato sempre e regolarmente quanto richiesto anno per anno. «Il Difensore Civico Regionale ha già evidenziato che per i canoni la prescrizione è di 5 anni – ricordano gli esperti di Adico – e ha sottolineato come non sia legittimo chiedere interessi di mora né tanto meno annullare i contratti di concessione. Un orientamento che sottoscriviamo in pieno».

Adico è a disposizione per fornire ulteriori informazioni e delucidazioni ai titolai di concessione che si trovassero in questa situazione: la segreteria è aperta da lunedì a venerdì dalle 9 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30 in via Volturno 33 a Mestre, mail info@associazionedifesaconsumatori.it, telefono 041.5349637.

Redazione

[07/11/2013]

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