“Don’t look up” è il magnifico film di satira politica in cui uno scienziato (Leonardo Di Caprio) con la sua assistente (Jennifer Lawrence) non riescono a convincere i grandi della terra del pericolo imminente rappresentato da un asteroide di grandi dimensioni in rotta di impatto con la terra con l’evento che rappresenta l’estinzione del genere umano ormai decadente.
Lo scenario, a quanto pare, non sarà più possibile nella realtà perché da oggi il mondo si è dotato del “Sistema di difesa planetario” che ha funzionato (bene) per la prima volta questa notte.
Così, attorno alla mezzanotte (ora italiana), La sonda Dart ha individuato l’asteroide Dimorphos e quello era il suo primo obiettivo.
La telecamera di navigazione della sonda Dart della NASA ha infatti inquadrato Dimorphos, il piccolo asteroide che alle 1,14 italiane doveva essere colpito allo scopo di deviarne la traiettoria, nel primo esperimento di difesa planetaria. L’immagine è stata diffusa nella diretta trasmessa dalla Nasa.
Poi, come da programma, la sonda Dart della NASA ha colpito Dimorphos, il piccolo asteroide dal diametro di 160 metri, per deviarne la traiettoria.
Nel primo esperimento di difesa planetaria, ossia progettato per difendere in futuro la Terra da minacce di asteroidi, il piano ha avuto successo.
Testimone dell’impatto è stato il minisatellite italiano LiciaCube, finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e realizzato dall’azienda Argotec.
Così, mentre la sonda Dart si avvicinava al bersaglio, la sua telecamera inviava a Terra immagini sempre più dettagliate della superficie irregolare e piena di asperità del piccolo corpo celeste, distante dalla Terra 13 milioni di chilometri. A ogni immagine ravvicinata l’emozione aumentava nel Centro di controllo della Nasa, fino a grandissimo applauso che ha salutato l’impatto.
In quell’istante il piccolo satellite LiciaCube, gestito e coordinato dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e realizzato dall’azienda Argotec, si trovava a meno di mille chilometri dall’asteroide e subito dopo la collisione è entrato in scena come un fotoreporter cosmico per riprendere il punto in cui è avvenuto l’impatto.
E’ stato “un impatto spettacolare!”, ha detto all’ANSA Simone Pirrotta, responsabile della missione LiciaCube per l’Asi, che ha seguito la missione dal Centro di controllo di Torino. “La tecnologia di puntamento denominata SmartNav della sonda Dart ha funzionato alla perfezione. Qui a Torino abbiano seguito con emozione la fine della missione Nasa, con la consapevolezza che nel frattempo il nostro piccolo reporter stava documentando un momento storico: la prima volta che il genere umano modifica lo stato orbitale di un corpo celeste”, ha aggiunto riferendosi al satellite LiciaCube, al quale hanno partecipato per la parte scientifica Istituto Nazionale di Astrofisica, Politecnico di Milano, Università di Bologna, Università Parthenope di Napoli e Istituto di Fisica Applicata ‘Nello Carrara’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ifac).
“Nei 4 minuti prima dell’impatto, Liciacube ha iniziato l’inseguimento dell’asteroide guidata non più dalle traiettorie precaricate a bordo, ma dall’Imaging System, il sistema di giuda e controllo di assetto basato sulle immagini in tempo reale”, ha aggiunto Pirrotta.
Come mai ho l’impressione che le aziende che hanno costruito sonda e ministaellite non siano le stesse che lavorano a San Marco?
Così…..un’idea mia…