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“Arrivare a Venezia con il turista istruito su alcune semplici regole…”. Lettere

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“Arrivare a Venezia con il turista istruito su alcune semplici regole…”, un’idea semplice ma non banale che potrebbe migliorare la convivenza dei residenti che devono sopportare l’impatto di milioni di visitatori che si “impossessano” di tutti gli spazi. L’idea è di Marianna che ringraziamo per l’opinione e per il garbo con cui la esprime.

Sarebbe opportuno che, prima che il turista arrivi a Venezia, venisse perlomeno istruito su alcune semplici regole. Tipo: si cammina tenendo la destra e nelle calli più strette si cammina in fila indiana; questo eviterebbe gran parte degli spintoni dei veneziani che le strade le usano per andare a scuola, lavoro, ospedali, uffici…
E soprattutto non fermarsi sugli incroci tra le calli per decidere se andare dritti, a destra o sinistra… Due passi indietro e non intralci più.

Devi andare a Murano? Sei a piazzale Roma o in stazione? DEVI prendere la linea 3, non il giracittà.
Sei a San Marco? La linea 7 va diretta. Devi andare al bagno? Un caffè o una bottiglia d’acqua costano meno delle toilette pubbliche, e sicuramente più educato dell’entrare e infilarsi diretti nei wc, senza nemmeno salutare e scappando via come un ladro.

D’altro canto se le nostre amate guide turistiche evitassero di portare i turisti per le “sconte”, qualche parolina in meno gliela diremmo di sicuro… e se qualcun altro evitasse di consigliare ai gruppi di turisti di recarsi al cimitero di Venezia per andare al bagno perché non pagano nulla, anche i nostri cari continuerebbero a riposare in pace…

Marianna B.
(lettera firmata)

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5 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Carissima Marianna,

    You have been much diplomatic, much to kind.

    What is needed is also a dress code, a limit on the amount of skin shown. Persons parading about with their appendices hanging out has to end. The eating and drinking on public space is just the start.

    You get what you ask for.
    We have to demand radical change!!!

    Thanks you for your courage.

    TK

  2. Noi ad esempio abbiamo adottato da tempo l’abitudine di informare dettagliatamente gli ospiti che soggiorneranno nelle abitazioni che gestiamo turisticamente, sulle criticità della città e sui comportamenti da tenere. Dal conferimento delle immondizie, alla scarsità dei cestini in città, da come comportarsi agli imbarcaderi e a bordo, a cercare di comportarsi come si fosse in un auto in centro città (non ci si ferma in mezzo alle calli, se si fotografa da un ponte lo si fa non intralciando, non si cammina in tripla fila….etc etc). Raccontiamo anche simpaticamente che non si passeggia in costume da bagno, non si va in bicicletta o in monopattino, non si dà da mangiare ai piccioni, non si fa il bagno in canale…… ma soprattutto che la città è, differentemente dalla percezione, abitata da gente che va in ufficio, ragazzi che vanno a scuola, bambini che alle 22.00 dormono e quindi serve pensare di non fare quello che non si vorrebbe subire a casa propria.
    Ma la domanda vera è: ma tutti adottano questa strategia? Cioè informare prima?
    A malincuore posso dire che chi lo fa, sono forse solo i residenti, che altrimenti subirebbero questi comportamenti, ma chi ha l’albergo, o gestisce decine di alloggi turistici e risiede in altri luoghi, questa pressione non la percepisce e quindi spesso non informa. Si pensa solo a vendere escursioni, vendere servizi accessori, proporre acquisti o informare sulle bellezze della città.
    Diciamo che potremmo obbligare tutte le strutture ricettive ad inviare una specie di questionario informativo relativo a come si visita la città? Potrebbe essere una bellissima idea.
    Ma come si fa con le decine di migliaia di turisti giornalieri?
    In primis, credo, coinvolgendo anche realtà di accoglienza turistica situate nel Veneto e non solo in centro storico, ma forse una sorte di prenotazione (gratuita) di accesso alla città, potrebbe oltre a preparare l’ammistrazione in caso di superamento di soglie critiche, soprattutto fornire le medesime informazioni di cui sopra a tutti i visitatori che all’atto della prenotazione sarebbero preparati a seguire questa sorte di codice comportamentale. Ma facciamolo fare ai residenti, non alla politica che spesso è distante da queste situazioni.

  3. Ma se il globo ha fatto fatica a tenere una mascherina (tralasciando pure le distanze interpersonali perché improvvisamente anche in island hanno cominciato ad avere bisogno di abbracciarsi come qua in Italia), cosa pretendete di volere un turista educato

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