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Anziani coniugi trovati morti in casa. Paura e angoscia per il futuro incombevano

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Anziani coniugi trovati morti in casa. La tragica scoperta nel giorno dell’Epifania.
La coppia lascia la vita nella notte dell’Epifania.
Siamo a Rovigo e i coniugi Guglielmina Pasetto e Renzo Cavazza, rispettivamente di 71 e 76 anni, cedono alla morte la loro resistenza residua. L’invalidità di lei, lo smarrimento, la paura della pandemia, la fatica dell’accudimento, le ore che passano lente a raccontare la storia di una coppia provata e stanca, sfociata nel dramma.

Quando i vigili del fuoco sono arrivati nell’appartamento di Guglielmina e Renzo in viale Porta Po, non hanno potuto fare altro che confermare le paure, le preoccupazioni dei nipoti che vivono nel padovano e che li avevano chiamati in soccorso. I familiari avevano provato a telefonare a lungo, senza ricevere risposta, così come nessuno rispondeva al suono insistente del campanello.

Quel che è successo realmente appartiene alla sfera di una relazione intima, vissuta a tu per tu con la sofferenza da tanti anni. E se oggi questa discrezione è violata e investe purtroppo la cronaca, è perché è stata una dipartita all’unisono: lei morta per motivi che l’autopsia richiesta dalla procura di Rovigo rileverà e lui che si è tolto la vita, impiccandosi. Questa contemporaneità sarà valutata nel corso delle indagini e interpretata solo dopo accurati riscontri. Ogni altra supposizione sarebbe di troppo.

Volendo addentrarsi nei tempi che hanno preceduto il tragico fatto, si viene a conoscenza che Guglielmina lavorava in una compagnia assicurativa prima di essere colpita da un ictus che le ha provocato una paralisi, stravolgendole la vita. Renzo, che faceva il ferroviere, ha lasciato il lavoro, per potersi dedicare all’assistenza della moglie. Non avevano figli e la loro vita da pensionati scorreva, giorno dopo giorno, affrontando difficoltà e sorretti da momenti di serenità, frutto di un legame premuroso, solido e complice. La pandemia ha stravolto, forse, quell’equilibrio a fatica conquistato, azzerando le poche certezze e riportando i coniugi in una situazione di panico difficile da reggere per tutti e a maggior ragione per le persone malate e fragili.

I familiari avevano condiviso la preoccupazione di Renzo per il domani. Quella domanda struggente, “Quel dopo di noi” che affligge la persona che cura e che ha paura di morire perché non sa cosa potrebbe accadere a chi vive e continua a vivere grazie alle cure di chi gli sta accanto, all’attenzione, all’amore che regge e alimenta anche le condizioni più difficili. Secondo i familiari questa preoccupazione di Renzo aveva preso il sopravvento nei suoi pensieri, tanto che lo avevano convinto a consultare uno specialista competente in materia, per farsi aiutare. L’appuntamento era fissato per il 17 gennaio. È prevalsa la depressione e la resa, purtroppo, proprio nel giorno dell’Epifania che aveva portato in dono, dopo tanta nebbia e tanta pioggia, una giornata di sole che non ce l’ha fatta a scaldare i cuori di Guglielmina e Renzo.

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