Lo dico subito, a scanso di equivoci: dei “cori” contro Mario Balotelli non parlerò.
Non mi abbasso al livello di certa stampa nazionale che ad arte sta montando un caso inesistente. Mi limito a dire che se fossi sindaco e la società Hellas Verona, farei partire causa per diffamazione e razzismo. Si razzismo, ma nei confronti dei veronesi.
Fatte le dovute premesse, parliamo di calcio e soprattutto dei 15 punti in undici partite degli uomini di Juric.
Cagliari è sicuramente la sorpresa di questo campionato, la squadra di Maran è a ridosso dei primi posti e sta lottando con merito per un posto in Champions League.
Il Cagliari però non è una neopromossa e la forza economica del presidente Giulini, non è quella degli Scaligeri. Per questo il lavoro di Juric è davvero straordinario fino a questo momento.
La vittoria sul Brescia è l’ennesima dimostrazione che i gialloblù hanno gioco e grinta da vendere, forse si tratta della squadra più impressionante fino a questo momento.
Se avesse un attaccante in grado di garantire 10/15 goals nell’arco dell’anno, chissà dove sarebbe oggi l’Hellas Verona.
La scelta tecnica di Di Carmine a casa e Stepinsky in panchina, la dicono lunga sul problema attacco con cui miste Juric è costretto a convivere.
La prima rete di un attaccante è stata proprio contro le rondinelle, Salcedo, un diciassettenne di belle speranze ma che non può essere l’uomo a cui aggrapparsi per trentotto giornate.
Inoltre Salcedo è un prestito secco da parte dell’Inter, quindi si “rischia” di valorizzare un giocatore non di proprietà. Stepinsky, arrivato dal Chievo per quasi sei milioni di euro, è stato l’acquisto più oneroso della presidenza Setti ma è inequivocabile che la porta non la sta vedendo neppure per sbaglio. Ora, ciò che conta però sono i punti, bisogna farne il più possibile fino a che lo stato di forma regge. Ci sarà tempo per pensare a ritorni economici che di questo passo vi saranno sicuramente.
Su tutti il Amrabat, che fino a questo momento è forse il miglior centrocampista del campionato.
Tre punti con la Sampdoria, con il Parma, con il Lecce e il Brescia, tutte dirette concorrenti per la salvezza e quindi i punti è come se valessero doppio. Mancano davvero, almeno un paio di risultati utili all’appello, la vittoria con l’Udinese, un pareggio con il Milan e Sassuolo.
La strada è comunque quella giusta, i quaranta punti, la quota che viene riconosciuta come salvezza matematica, è alla portata e forse (ma meglio dirlo molto piano), ambire a qualcosa di più è possibile. Ammetto di essere stato tra i più scettici a inizio anno, ad aver predicato cautela per l’Hellas ma immagino che al tifoso il diritto di sognare non può toglierlo nessuno.