Le telecamere hanno confermato ciò che i bambini hanno subito e che i genitori sospettavano da tempo: la maestra di Zovencedo era violenta, feroce con i piccoli che maltrattava, picchiava, offendeva a volontà, forte del suo ruolo di potere nei confronti di vittime inerti, colpite in faccia da sberle, strattonate per terra, mortificate da sputi.
Fatti indicibili come bambini chiusi in una stanza, con minaccia di fargli mangiare le loro feci, se si fossero sporcati e via di questo passo in quell’inferno chiamato scuola. Con quarant’anni di “esperienza” la maestra ha messo in atto la scuola dell’orrore.
Già l’anno scorso, a causa del suo atteggiamento, definito autoritario e violento, la docente in servizio da 40 anni nella stessa scuola materna del Basso Vicentino era stata raggiunta da una misura cautelare ed è stata sospesa per dieci mesi dal lavoro, e solo quel punto, con quella minaccia fuori scuola, i bambini si sono confidati con i genitori, manifestando insieme la paura di essere puniti, perché quella maestra li aveva avvertiti, sarebbero stati ulteriormente castigati, se lo avessero fatto.
Ora disgraziatamente sarebbe andata a far danni in un altro asilo.
Ancora si interrogano i genitori, su come sia stato possibile far vivere situazioni così tremende che le microtelecamere hanno registrato in tutta la loro crudezza, grazie all’azione dei carabinieri, dopo le segnalazioni della dirigente scolastica e delle colleghe della scuola. Ora, mentre stanno tentando di lenire, di rimarginare le ferite di quei bambini violentati, arriva una sana condanna a 20 mesi di reclusione per maltrattamenti e ad un risarcimento di 125mila euro da versare alle famiglie.
Il danno, che non è risarcibile, tanto è grande e invasivo, ha coinvolto drammaticamente le famiglie, che si son dovute rivolgere alle cure di psicologi, per poter sostenere il dolore, ancor più forte e sentito, quando pensano ai loro figli, alle conseguenze che inevitabilmente peseranno sulla loro crescita e sulla loro vita, per colpa di chi, vigliaccamente ha infierito su bambini piccoli e indifesi.
Andreina Corso
(foto di repertorio)