Molte battute di spirito: «Sarkozy era troppo impegnato a guardare in casa nostra e a prendere in giro Berlusconi che non si è accorto della situazione in casa sua», anche se non ci sarebbe molto da ridere.
La Francia perde la tripla A. Un duro smacco per il presidente che tra meno di 100 giorni si gioca la rielezione. Per Sarkozy è stato un venerdì 13 da dimenticare.
La declassazione di Standard & Poor's, in realtà , non è una novità ma ha pesanti ripercussioni per la Francia, che quest'anno si indebiterà con i suoi concittadini per 178 miliardi di euro con obbligazioni dello Stato, meccanismo che alzerà i tassi di interesse.
La situazione, inoltre, è molto pesante per quelle che l'economista Karine Berger ha definito : «centinaia di piccole Grecia», cioè i tanti enti locali che si sono fortemente indebitati in tutta la Francia e che avranno molte più difficoltà a rifondere le banche, a loro volta in crisi.
Sono lontani i tempi in cui Sarkozy confidava ai collaboratori «se perdiamo la tripla A sono morto», uno slogan diventato una bandiera nel momento in cui ha preteso due manovre finanziarie oltre che una dolorosissima riforma sulle pensioni andando contro a milioni di persone che sono scese in piazza.
Non è servito a nulla.
Nicolas Sarkozy lo aveva capito prima, così aveva detto in tv a fine anno: «Perdere la tripla A potrebbe essere una difficoltà in più, ma niente di insormontabile». Invece dentro gli uffici si lavora per cercare di riconquistarla per l'economia del Paese e per scongiurare il fantasma del sempre presente 'effetto domino'.
Sarà impresa difficile per Parigi che non riesce a presentare un bilancio di Stato in pareggio dal lontano 1973 e forse sarà ancora più difficile per Sarkozy riconquistare la credibilità persa, sia con i suoi detrattori che con i suoi alleati. Angela Merkel, infatti, lo sta osservando, dall'alto delle sue tre “A”.
[13/01/2012]
mario nascimbeni
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