Lo decideremo “dopo” se questa è una vicenda dal sapore natalizio o una questione di regole che riguardano l’abusivismo o l’accattonaggio, che si sa, è vietato, come sarebbe vietato, forse, che qualcuno elemosinasse per fame. Tant’è. In tempi di vacche magre e di solidarietà in bilico, emerge la situazione della famiglia romena di S.C. e dei suoi componenti che si inventano parcheggiatori all’esterno dei supermercati e di altri posti pubblici affollati.
Certo, non si deve, e subito vengono avvistati e denunciati i componenti di quella famiglia, ché all’esterno degli uffici postali e dei grandi gruppi commerciali, si giocano la sopravvivenza della giornata.
Chiedono qualche euro gli improvvisati posteggiatori, offrono l’invito a portare la spesa abbondante nelle macchine. Qualcuno sorridendo dice sì e un euro glielo offre a S. anche volentieri.
Quasi tutti ci stanno (se si può evitare una fatica), altri protestano, come è avvenuto a San Donà, dove S.C e sua moglie, chiedono qualche spicciolo in cambio di un immediato aiuto. S. è disoccupato, non ha niente da spiegare. Gli servono un po’ di soldi per procurarsi una bombola a gas per scaldare la famiglia, non ruba e guadagna poco, anche se qualcuno si preoccupa di fargli i conti in tasca.
Striduli gli ammonimenti istituzionali che vietano “l’accattonaggio”, parola offensiva per chi la riceve e mentre i disagi crescono per tutti quei nuclei familiari ad esclusione sociale, affiora questa storia pre natalizia con tutte le sue contraddizioni.
Andreina Corso