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Zaia: «Varianti del coronavirus preoccupano. Avanti con i vaccini per realizzare il Veneto Covid free»

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Il 21 febbraio sarà trascorso un anno dallo scoppio della pandemia del 2020. Ad oggi sono 1.518 i ricoverati in Veneto, di cui 136 in terapia intensiva: svuotati 1.900 letti dal primo gennaio; sono 42 le vittime delle ultime 24 ore e 534 i contagiati rilevati nel bollettino Azienda Zero delle ore 8 del 16 febbraio.

Le varianti

I dati sono buoni, per il presidente della Regione Luca Zaia che però avverte: «Nessun allentamento delle regole: mascherina, distanziamento e igiene delle mani». Il tema delle varianti in Veneto è stato rilevato il 24 dicembre scorso, quando sono iniziate le zone a fascia colorata per le regioni, una settimana dopo la curva dei contagi in Veneto ha iniziato ad appiattirsi e oggi abbiamo quasi raggiunto lo zero. Preoccupano però le varianti, dice Zaia. «Vogliamo entrare nelle scuole per fare misurazioni a tappeto della circolazione del virus, con la somministrazione del test guidata nelle terze medie. Il fai da te non è de-regulation ma ci permette di fare uno screening che non riusciremmo a fare».

Scuole

Sulle scuole il governatore dice: «Non abbiamo sbagliato, visto che l’attenzione è puntata sulle classi per il contagio». Fino al 5 marzo superiori al 50% in Veneto. «Speriamo siano presentate a tempo debito le decisioni del Comitato tecnico scientifico, non come nel caso delle piste da sci. Un comparto da cui sto ricevendo critiche e per cui mi auguro giungeranno ristori al più presto», afferma. Il primo cluster veneziano della variante inglese conta almeno 7 alunni di una classe. Per il governatore rispetto a questa variante la quarantena è d’obbligo. Il virus aggredisce una popolazione giovane probabilmente per passare al resto delle coorti di età. «Non conosciamo gli effetti e le notizie sono contrastanti per ora – ricorda Zaia – Cerchiamo di capire, la certezza matematica sulle misure non c’è. Abbiamo sempre parlato del rischio degli ambienti chiusi anche nelle classi».

Vaccini

«Ho parlato con il commissario Domenico Arcuri dei vaccini, che si è messo in contatto con il dottor Luciano Flor. Se confermate, 27 milioni di dosi al Veneto significa che il Paese non può girarsi dall’altra parte». Flor sta facendo fare una verifica dei lotti e delle matricole delle confezioni. «Vogliamo i vaccini per tutti, il Veneto vuole avere la sua parte. Da qui a un mese ho l’impressione che avremo molti più vaccini a disposizione da Pfizer, AstraZeneca, Moderna, Johnson & Johnson. L’obbiettivo è realizzare il Veneto Covid free». Il turismo fa il 66% di stranieri nella nostra regione, le imprese hanno come interlocutori mercati esteri. «I prezzi sono in linea con quelli di mercato», assicura il presidente. Il Veneto farà allora da intermediario? La Germania starebbe viaggiando da sé con negoziati propri per 160 milioni di dosi. Ma se non si può uscire dall’ambito del contratto europeo, come mai un Paese ha propri canali? Per Zaia la notizia è risaputa. E nei prossimi giorni si saprà di altri paesi che trattano per conto loro. «Evidentemente qualche Stato fra i membri si è organizzato», dice il presidente. Per il commissario Arcuri, le regioni che provvedono da sé vedranno scalate le quote nazionali, ma il governatore avverte: «Sì se ad acquistarli sarà sempre lo Stato, di certo la regione non pagherà la campagna di vaccinazione dei cittadini di tasca propria».

Lockdown

«Se viene proposto il lockdown ci deve essere un impegno e ci devono essere certezze – conclude il governatore -. A dicembre dicevano di doverlo fare altrimenti sarebbe stata una carneficina. Ma non è arrivata a gennaio in Veneto. Lockdown vuol dire mettere in ginocchio una comunità: ci vogliono grandi giustificazioni. Ma se già tra gli scienziati c’è un dibattito, qualche dubbio inevitabilmente arriva. Mi sembra un dibattito tra addetti ai lavori per lo più, non sostenuto da alcun dossier, né da una situazione che lo giustifichi – afferma il governatore -. Ci sono molti fattori che influiscono sul contagio. Dobbiamo pensare che siamo di fronte a un fenomeno naturale che spesso ha dinamiche non note. È vero che il Veneto è sempre un po’ anti ciclico».

Antonella Gasparini

 

 

 

 

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