Fiutare, annusare, odorare.
Respirare il bianco della nebbia e fiutare il sapore dell’inverno, dell’acqua ghiacciata delle fontane, della pozza invetrita che gli uccelli beccano inutilmente.
Fiutare il freddo e l’odore delle castagne calde, annusare inspirando un momento di tregua, di paura superata, di vigile calma su di noi.
Fiutare il peso o la leggerezza di un evento che incombe sulla nostra vita, fiutare il bisogno di chiarire e di chiarirsi, odorare l’impellente sguardo ti chi ci cerca perché non ti ha dimenticato.
“Il futuro influenza il presente tanto quanto il passato”, ha scritto Nietzsche per suggerire all’uomo di ogni tempo e di ogni dove che l’odore del domani può essere fiutato, captato, capito e perfino arginato nel suo forte e inesorabile incedere.
Non resta che strappare alla nebbia il bianco del suo velo, fiutarlo e ingoiarlo, se il suo aroma ci piace.
Andreina Corso
08/12/2015