Ho diffuso il più possibile, ai diversi media, quella mia lettera ritrovata del novembre 2015, che riassumeva con indignazione l’ormai famoso servizio del TG LEONARDO del 2015, ritenendola importante pur non avendo alcuna certezza (peraltro nella mail alla trasmissione chiedevo scusa, prima delle varie smentite, nel caso di una mia interpretazione errata).
Un amico, con un po’ di fatica, ha poi scovato il video stesso, che è diventato virale in pochissimo tempo e ha suscitato parecchio sgomento.
I vari media hanno poi precisato, in base a vari pareri scientifici, che non c’è alcuna correlazione con l’attuale mortale virus, sia pur con diverse sfumature.
(categoria “virus cinese”)
Restano varie opacità, soprattutto da parte della Cina, che in ogni caso ha informato in colpevole ritardo del virus, comunque partito da li’ (dall’ immorale e anti-igienico mercato, forse). E resta l’indignazione per quell’esperimento, inquietante e pericoloso (così definito da tanti scienziati) e per altri simili, deleteri per umani e animali, compresi quelli che vengono torturati e uccisi negli stessi.
Trovo giusto, nella tristezza per quanto sta accadendo, che si sia parlato anche di quell’esperimento, nell’augurio che simili ricerche abbiano al più presto fine (penso anche alle armi batteriologiche), nella visione di un mondo che dovrà essere radicalmente ripensato.
Cristina Romieri,
Venezia Lido
Una persona con mentalità scientifica e aperta non può affermare con certezza né che il virus sia nato in laboratorio né che si sia sviluppato in natura. Non si saprà mai. Credere per forza che si sia sviluppato in natura è un puro dogma che non può essere dimostrato (come la tesi opposta).