Vento e alta marea su Venezia: l’Adriatico spingeva onde al largo del Lido alte fino a quattro metri, mentre il Mose, ancora una volta, ha tenuto all’asciutto la città. Ma è stato necessario tenere le paratoie sollevate per ben oltre trenta ore: sollevate ieri mattina alle 7.50, saranno abbassate solo oggi pomeriggio, quando rientrerà la situazione “d’emergenza”. Qualche problematica si registra al flusso marittimo, con l’ingresso al porto commerciale chiuso per molte ore, cosa che ha tenuto una decina di navi cargo in rada ma, come ha ribadito il presidente Zaia questa mattina a “Mattino 5”: “Senza il Mose Venezia sarebbe stata devastata, al pari dell’ ‘Acqua granda’ del 2019”.
Venezia centro storico ha visto una “piena” arrivare a 80 centimetri. I problemi sono invece arrivati dalle raffiche di vento e dalle onde che rendevano difficile e – a tratti – pericolosa la navigazione ai battelli del servizio pubblico e alle imbarcazioni private. Ieri pomeriggio, verso le 17, a bordo di un motoscafo Actv 4.2 i passeggeri hanno urlato più volte in Canale della Giudecca a causa del pericoloso dondolare del mezzo che pareva imbarcare acqua dai barcarizzi. Nessun problema segnalato, alla fine, e nessun danno, principalmente grazie alla perizia dei preposti al comando nell’affrontare le difficili condizioni di navigazione.
Ieri mattina pareva una giornata “normale” di acqua alta fermata dal Mose, con una punta massima alle 10.40 con 113 centimetri, misurati alla diga del Lido. Con il passare delle ore, però, si sono via via complicate le condizioni meteo, con un rinforzo progressivo della forza del vento di scirocco che ha raggiunto i 65 km orari.
Proprio il vento, oltre alla forte pioggia, ha creato la maggior parte dei problemi come si è visto nel resto del Veneto. “La situazione è complicata. È un Veneto martoriato da queste precipitazioni che sono state importanti e hanno raggiunto i 160 millimetri d’acqua nelle 24 ore, e abbiamo delle località che hanno gli esiti di queste precipitazioni”, sono le parole del presidente del Veneto, Luca Zaia, facendo il punto delle conseguenza dell’ondata di maltempo di ieri.
“Sotto tutta la Pedemontana – aggiunge – con frane e smottamenti su alcune strade, dall’altro lato c’è la preoccupazione per i grandi fiumi, a iniziare dall’Adige a Verona, che è stato messo in sicurezza con l’apertura del collettore che sostanzialmente lo sgrava delle sue acque e le fa defluire nel lago di Garda. Anche fiumi come il Bacchiglione, il Brenta, il Tagliamento, il Meduna e il Livenza son tutti attenzionati. Nonostante le previsioni siano di schiarite e cessazioni delle precipitazioni nella giornata, abbiamo la grande preoccupazione dei punti di massima piena del transito, della mole importante su questi fiumi, quindi stiamo monitorando”.
Zaia ribadisce l’invito ai cittadini “di non avvicinarsi ai fiumi e di non camminare sugli argini per guardare la mole d’acqua che transita, perché il vero pericolo sono gli sfondamenti arginali, evitare scantinati, evitare di trovarsi in zone troppo vicino ai corsi d’acqua”.
Infine, il presidente regionale sottolinea “le raffiche di vento a oltre 130 chilometri orari che ovviamente hanno creato non pochi problemi ad alcune abitazioni, alberi abbattuti e grande erosione della costa veneta. Resta purtroppo il grande pensiero per un vigile del fuoco non in servizio – conclude – che si prestava a fare volontario che al momento è ancora disperso”.
Chicche di giornalismo in emergenza.
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“Senza il Mose Venezia sarebbe stata devastata, al pari dell’ ‘Acqua granda’ del 2019”. Nessun altro commento è necessario. Shylock the first
Sarebbe stata devastata come prima dell’attivazione del baraccone.
Di che baraccone stai parlando?