Venti di guerra soffiano tra le due Coree, la Corea del Sud e la Corea del Nord. La Corea del Sud metterà in campo risposte militari forti e veloci contro le provocazioni della Corea del Nord, senza tenere conto delle conseguenze politiche.
Questo il messaggio belligerante della presidente Park Geun-hye, in una riunione coi vertici del ministro della Difesa, in risposta all'annuncio del fine settimana di Pyongyang sull'ingresso in “uno stato di guerra” contro il Sud.
“Se c'è una provocazione contro la Corea del Sud e la sua gente, – ha detto Geun-hye – ci dovrebbe essere una risposta forte iniziale senza alcuna considerazione politica”.
La risposta della presidente evidenzia la volontà di abbandonare ogni strada diplomatica e politica davanti a provocazioni della Corea del Nord, promotrice di minacce quotidiane che ha fatto risalire la tensione nella penisola. “La ragione dell'esistenza dei militari – ha aggiunto Park, nel resoconto dell'agenzia Yonhap – è di proteggere il Paese e la sua gente dalle minacce”.
Il mondo ha assistito nelle ultime settimane di un'escalation in cui Pyongyang ha progressivamente alzato i toni della retorica con ripetute minacce di guerra contro il Sud in risposta alle esercitazioni militari congiunte denominate (“Foal Eagle”) tra Corea del Sud e Usa, partite a inizio marzo e destinate a chiudersi a fine aprile.
Alla cosiddetta 'provocazione' va ad aggiungersi la nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu che ha varato una stretta alle sanzioni dopo il terzo test nucleare del 12 febbraio.
Il mondo, intanto, assiste con il fiato in sospeso.
Mario Nascimbeni
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[31/03/2013]
(foto di repertorio)