Venezia: scarabocchi dei writers in aumento. Si tratta di scarabocchi privi di valore artistico, ‘scritte’ fatte con la vernice, difficilissime da pulire, tra l’altro. Ed è inutile cercare di interpretarli: i loro messaggi “criptici” non sono altro che firme sui muri, o per dirla in termini moderni, “Tag”. Sigle, come firme degli autori, che rimandano a profili social, a soprannomi inventati. A volte contengono banali dichiarazioni d’amore o slogan senza senso. I muri di Venezia ne sono sempre più affetti come quelli di altre grandi città, lavagne di quel parco divertimenti che è la notte per i giovani.
Il fenomeno di questi graffittari è in aumento. Si tratta di vandali che usano la città sulla laguna per ottenere qualche minuto di celebrità sul web, così inviano le loro “imprese” via Whatsapp per gratificarsi. Non si parla di murales, bellissimi e colorati, che veri artisti hanno lasciato negli anni in alcuni luoghi di minor pregio storico e comunque non su edifici antichi. Sono, piuttosto, azioni di ‘bombolettari’ anonimi che imbrattano ponti e palazzi veneziani consigle e scritte.
Secondo l’associazione ‘Masegni e Nizioleti’ si tratta per l’80% di stranieri. In alcuni casi, attraverso il profilo social, si è riusciti ad individuarli e a denunciarli.
Da inizio del 2023 gli interventi di ripulitura degli scarabocchi sui muri della città sono stati 12.
Vi preoccupate di chi sporca i muri, mentre la città diventerà la casa di chi sbarca dall’africa nera, e ben presto inizierà a girare per tutte le calli, e dal momento che hanno bisogno di svuotare le p*lle saranno problemi ben più grossi di qualche scritta sui muri, assessori datevi una svegliata, vi abbiamo votato per le vostre promesse di rispedire a casa chi non è stato invitato, abbiamo sbagliato una volta, ma non è mai troppo tardi per cambiare. Shylock the first