In merito al ritrovamento del corpo senza vita a Lido (Venezia) ieri mattina, l’accertamento delle forze dell’ordine ha permesso di identificare il cadavere: si tratta di un sessantacinquenne residente nel sestiere di Dorsoduro.
Enrico Bertazza, questo il nome della vittima, di 65 anni, secondo quanto accertato, amava recarsi nella zona degli Alberoni in quanto grande appassionato di pesca.
L’allarme è scattato ieri, lunedì, mattina, pochi minuti dopo le 9, quando i vigili del fuoco sono stati chiamati dalla Polizia di Stato per un corpo senza vita in una pozza di acqua al Lido di Venezia. Si trattava di uno dei fossi sul lato strada della diga foranea degli Alberoni, a cui arriva acqua grazie al passaggio sotto la diga.
Enrico Bertazza, secondo la prima ricostruzione, da grande appassionato di pesca, come faceva ogni volta che poteva, anche ieri era arrivato agli Alberoni molto presto, forse ancora con il buio, per pescare dalla diga foranea.
L’uomo potrebbe essere scivolato dalla diga da dove stava pescando, forse in seguito al movimento del lancio con la canna da pesca e, cadendo in acqua, avrebbe battuto la testa perdendo i sensi. Per questo sarebbe morto annegato, in pochissimi minuti. In seconda ipotesi, invece, si potrebbe ritenere che la caduta sia stata provocata da un malore che ha fatto perdere i sensi all’uomo.
Il corpo è stato portato a riva ma per i soccorsi era già tardi. Sul posto è poi giunto un medico legale per le prime valutazioni e per verificare eventuali segni di morte violenta o responsabilità di terzi. L’ispezione non avrebbe rilevato particolari da interventi esterni, dunque la salma è stata lasciata libera alla famiglia.
Sul posto sono stati rilevati i pochi effetti personali che la vittima aveva con sé. Secondo la ricostruzione preliminare il corpo non era in acqua da molto tempo al momento del ritrovamento, dunque la disgrazia era da ritenere relativamente recente al momento degli accertamenti.