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HOME PAGEProtagonisti a Nord Est. Di Alessandro BonUna città  incapace di crearsi un futuro

Una città  incapace di crearsi un futuro

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A.B.) Caro Bortoluzzi, Orsoni è il nuovo Sindaco di Venezia, rispetto alla precedente amministrazione si nota una decisiva differenza o una continuazione nell’attuazione del programma?

P.B.) Di primo acchito verrebbe voglia di dire che si nota una grande voglia di non fare: una catalessi fra l’essere in vacanza o il non sapere che fare. (segue) In realtà , però, come era ampiamente prevedibile, data l’esplicita ed asserita volontà  di porsi sulla scia delle amministrazioni precedenti, e vista anche l’iniziale incoronazione dell’avvocato (ex assessore di Costa e procuratore di San Marco) da parte dell’uscente sindaco Cacciari, è ovvio e scontato che la Giunta Orsoni (nata elettoralmente sullo slogan: “Venezia non è in declino”) si stia dimostrando e voglia essere in apparente perfetta continuazione con quelle precedenti del centro-sinistra, nonostante abbia ampliato la coalizione, portandosi dentro l’UDC veneziana, nonostante un evidente scollamento fra PD e Sindaco, e nonostante si trovi a dover tamponare le falle di bilancio lasciate allegramente aperte dalla coppia Costa-Cacciari.
Certo il dramma è che la continuità  è basata praticamente sul nulla o sul mal fatto: manca infatti, oggi, come ieri, qualsiasi seppur minima strategia, ed ormai il patrimonio del Comune è stato quasi tutto svenduto; è un continuo vivere (male) alla giornata, che ha come unico scopo quello di mantenere lo status quo.
Una melassa mortifera, purtroppo, per Venezia, città  e comune che necessiterebbero di un deciso colpo d’ala amministrativo e strategico, e che, invece, sono costretti a continuare a decadere per il barcamenarsi di opposti e plurimi grandi interessi. Penso che solo nel Comune di Venezia si sia riusciti a creare un tappo generazionale, politico e d’interessi così spudoratamente variegato, capace di soddisfare pseudo-giovani no-global, ex-comunisti, la Curia, ex sessantottini, snob, radical-chic, cattivi maestri, imprenditori, capitalisti e nobili decaduti…

A.B.) “Oh Venezia, Venezia quando le tue bianche pietre marmoree saranno ricoperte dalle acque io pur uomo del nord piangerò… e gli italiani cosa dovranno fare? tutto fuorché piangere…”. Diceva Lord Byron quasi 200 anni fa… Ed ora che il marmo è sporco e corrotto dagli acidi delle navi… cosa avrebbe detto?

P.B.) Lord Byron si sarebbe, credo, decisamente più preoccupato dell’inquinamento massicciamente prodotto quotidianamente e inopinatamente dagli obsoleti motori dei battelli Actv… E più che i fumi delle navi da crociera, come già  acutamente notava ai suoi tempi, avrebbe puntato il dito contro la mancanza di energia e di programmazione degli amministratori e dei cittadini lagunari, che forse non riescono (presi dai loro meschini interessi personali) nemmeno a rendersi completamente conto del danno alla storia ed alla cultura mondiale che stanno compiendo, lasciando distruggere Venezia, non solo a livello di monumenti, ma ancor più a livello di identità !
E’ il costante e logorante supplizio riservato alla venezianità  il vero crimine perpetrato contro Venezia dai suoi stessi amministratori; ed i principali responsabili di questo stillicidio sono proprio gli elettori veneziani, che antepongono in modo miope i personali interessi contingenti al bene della Patria Venezia! Togliere alla città  storica il ruolo di capitale vera, viva ed operosa, negarne la funzione centrale urbanistica, sociale ed economica: questo indignerebbe oggi Byron; ancor più del drammatico degrado fisico degli antichi marmi, il piangersi coccodrillisticamente addosso di chi invece dovrebbe agire per evitare il degrado!

A.B.) Sublagunare e Quadrante, ce li spieghi? Pro e contro dei progetti, secondo te…

P.B.) Purtroppo c’è poco da spiegare, visto che si tratta di mere etichette, al momento: una delle due fra l’altro, il Quadrante, forse ancor più difficilmente realizzabile.
Per quanto attiene la sublagunare, se si tratta del mini, inutile, impattante e costosissimo progetto licenziato dalla Giunta Costa, che prevede di unire l’aeroporto di Tessera con l’area degli ex gazometri alla Vigna, a Castello, beh, è ovvio che sarebbe una follia! Per risolvere quel collegamento (la cui utilità  è tutta da appurarsi) basterebbero una trasporto di linea acqueo tradizionale od al massimo un paio di hovercraft.
L’alternativa allettante in tema di sublagunare, invece, potrebbe essere un collegamento circolare completo (in parte anche emerso), che unisca terraferma, isole e litorale: questo sì, che, gestito e progettato in modo strategico e tale da esser compatibile con il rispetto dell’ambiente e della residenzialità  veneziana, sarebbe un progetto adeguato a quel ruolo e a quello sviluppo che Venezia futura Città  Metropolitana deve ambire a svolgere.
Il Quadrante di Tessera, invece, appare nato già  zoppo e cieco: con l’abbandono da parte del Casinò del progetto di nuovo stadio (struttura che a Sant’Elena avremmo già  potuto avere moderna, collegata ed efficiente nel 1991!) e con le continue frizioni ed i costanti rallentamenti ai progetti di Save, cioè della società  che gestisce l’aeroporto, appare ben difficile che si riesca finalmente a progettare e ripensare in modo efficace, strategico e produttivo una delle zone veneziane più potenzialmente appetitose dal punto di vista urbanistico ed economico; ma anche una delle più delicate da gestire…
Dispiace che dall’agenda delle priorità , però, sia sparita la partita più importante, a livello di grandi opere: quella della riconversione di Porto Marghera! Ma soprattutto a mancare è, lo ripeto, la visione strategica, a 360 gradi: quella degli accessi, quella dei flussi, quella della gestione e della differenziazione delle risorse e delle funzioni, che nel mio piccolo io cerco di rilanciare dalla Provincia, chiedendo a gran voce che nella predisposizione della nuova Legge Speciale e nei processi di perimetrazione e definizione della nuova area e Città  Metropolitana, finalmente Venezia venga ad esser considerata nella più corretta maniera possibile: come un centro strategico, che ha senso solo se viene considerato nella sua duplice dimensione fisico-geografica e socio-culturale; in completa unità  con la laguna ed il suo bacino scolante, ma capace di ben differenziare le singole funzioni delle singole parti!

A.B.) Ti do una bacchetta magica, può cambiare qualcosa di Venezia, una sola cosa…

P.B.) Se me la dai bella grossa e potente, cambierei tutta la terraferma veneziana, sia urbanisticamente che nella mentalità  dei suoi abitanti: trasformando Marghera, Mestre, Campalto e Tessera in una Venezia moderna, urbanisticamente costruita in continuazione con la Venezia originale, di nuovo con i suoi fiumi, i suoi giardini, i suoi ponti ed i suoi canali, ma costruita tutta secondo i moderni dettami della bioedilizia, con efficienti ed ecologici sistemi di movimentazione e di collegamento, senza traffico e senza fabbriche inquinanti, con porti ed aeroporto moderni e non impattanti, tutta rivolta verso la laguna e verso Venezia città  storica, della quale sia fiera d’essere figlia e sorella, ed alla quale lascia ben volentieri il ruolo di capitale, dedicandosi alle sue specifiche e diversificate funzioni!

I12 dicembre 2010]

Alessandro Bon

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