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Un turismo intelligente e sostenibile: alla scoperta di coste e isole

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In un’epoca caratterizzata da ritmi frenetici e insostenibili, le gite in barca sono perfette per chi vuole “staccare la spina” e trascorrere le vacanze in tranquillità. Con i suoi 7.914 km di coste, l’Italia è il luogo perfetto per le escursioni nautiche a bordo degli yacht più esclusivi o di imbarcazioni silenziose e affascinanti come le barche a vela. Perché, proprio per la loro bellezza, le coste italiane sono anche un’importante risorsa turistica, tendenza che ha origine già alla fine dell‘800, quando la nautica da diporto iniziò a diffondersi nel Paese.

Nel 1879 nacque a Genova il “Regio Yacht Club Italiano”, primo circolo velico d’Italia e del Mediterraneo con sedi a Livorno, Isola d’Elba, Civitavecchia e Napoli. Il 21 marzo 1911 la disciplina giunse a Venezia con la fondazione dello “Yacht Club Veneziano”: l’inaugurazione avvenne nella sala superiore dell’hotel Bauer annunciando come scopo principale quello di “dare sviluppo sempre maggiore allo sport della vela, di educare i giovani alla libera e sana vita del mare, vita meravigliosa di irrobustimento e di forza”.
Nel 1919 l’associazione assunse il nome di “Compagnia della Vela”, una denominazione ispirata da Gabriele D’Annunzio le cui iniziali suggeriscono il motto “Custodi, Domine, Vigilantes” e che tuttora accompagna le attività sportive, culturali e di noleggio barche.

A più di un secolo di distanza il diportismo gode ancora di ottima salute: lo conferma l’Enit (Agenzia Nazionale del Turismo) che ha parlato di una tendenza “all the year round” che supera la stagionalità garantendo un grande indotto ai numerosi porti italiani. Un settore che, secondo “Non solo nautica”, gira intorno a “piccole imprese, per lo più a gestione famigliare”, che con le proprie forze “hanno dovuto navigare in un comparto che per il nostro Paese rappresenta un importante riferimento economico in termini turistici e soprattutto di posti di lavoro”.

A testimoniare l’importanza del diportismo sono i saloni nautici che hanno luogo nelle varie città italiane: il più grande fu organizzato nel 1961 a Milano per trasferirsi l’anno successivo a Genova, diventando il principale punto di riferimento per ogni appassionato. La 62° edizione si terrà a settembre con più di 1.000 imbarcazioni dalle quattro aree tradizionali del settore: barche a vela, fuoribordo/gommoni, powerboat e motor yacht.
Grande richiamo anche per il Salone Nautico di Venezia, nato nel 2002 negli spazi della stazione Marittima, spostato nel 2011 a San Giuliano e tornato nel 2019, dopo quatto anni di assenza, nella suggestiva cornice dell’Arsenale. Nel 2020, infine, si è aggiunta l’esposizione di Bologna che in autunno festeggerà la sua terza edizione.

Ma se nei decenni precedenti la gita in barca era una prerogativa forse dell’aristocrazia, negli ultimi tempi si è sviluppato un florido mercato di noleggio imbarcazioni che consente, con una spesa più che abbordabile, di affittare un mezzo privato e navigare con tranquillità evitando la ressa delle località più affollate.

A fornire dati incoraggianti sul turismo nautico ci pensa anche l’Ansa, indicandolo come “uno dei settori che nel prossimo futuro crescerà di più” seguendo “nuove sensibilità ed esigenze dei clienti” alimentate “dai cambiamenti indotti dalla pandemia” con un focus particolare sulla sostenibilità, “considerata ormai un elemento chiave”. Oltre a garantire un naturale distanziamento interpersonale, infatti, il diportismo evidenzia l’interesse per un nuovo tipo di turismo: più “slow” e più attento all’equilibrio dei luoghi.

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