Sull’Inter si è abbattuta una vera e propria bufera con il ‘caso Guarin’. Il popolo nerazzurro, finora paziente e silente nonostante i mediocri risultati della squadra, è esploso nella rivolta.
L’Inter, bene o male, non è più un oggetto sconosciuto, se ne comincia a capire qualcosa, anche se quel qualcosa piace poco.
Thohir non può fare il presidente part-time, come era nelle sue intenzioni lasciando che le cose andassero, è il primo punto.
Moratti, lo ha capito, e glielo ha fatto sapere: «Thohir era molto dispiaciuto. Penso che sia necessario che arrivi e che venga qua; lo farà a fine settimana perché, come è successo con il Milan a dicembre, serve molto ai giocatori e a tutti avere di fronte una persona che ci sa fare e che sia anche il responsabile. Questo dà una forza diversa».
Il presidente intanto si è fatto sentire attraverso il sito www.inter.it: «Come presidente dell’Inter, avverto e comprendo la delusione e la frustrazione dei nostri sostenitori in tutto il mondo. Nessuno è soddisfatto dei recenti risultati, ma sono un presidente tifoso abituato a risolvere i problemi in prima persona, rimboccandomi le maniche. Questo è un momento di cambiamento per l’Inter. Dobbiamo lavorare ancora più duramente ed essere uniti come una squadra. Ho fiducia nel nostro operato e non vedo l’ora di costruire insieme il futuro dell’Inter».
E fin qui tutto come da copione, quello che nessuno si aspettava era il ‘tradimento’, cioè che la prima trattativa dell’era Thohir coincidesse con uno scambio fra Inter e Juve, dimenticando la rivalità storica fra i due club, andando a rinforzarla cedendo il giocatore ritenuto più forte all’odiata diretta concorrente al titolo italiano per i prossimi anni.
Roberto Dal Maschio
[21/01/2014]
Riproduzione vietata