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Tour alcolici a Venezia: tutti concordi, il problema esiste. Di Giovanni Andrea Martini

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La commissione di inizio maggio, che rispondeva ad una interrogazione che avevamo presentato sui tour alcolici e la loro pericolosità in città ha fatto registrare una sostanziale unità nel ritenerli un pesante problema per la comunità veneziana e per i visitatori, nonché un attacco al decoro.

Consiglieri di opposizione e di maggioranza si sono ritrovati concordi nel confermare che il problema esiste. Diverse le possibilità e le indicazioni su come risolverlo.

La maggioranza e l’assessore Pesce, che per la prima volta compare in commissione, ritiene che la soluzione possa essere quella di potenziare ulteriormente il numero dei vigili urbani in città.

Altre le soluzioni che auspichiamo, come, ad esempio, i vigili di quartiere o di sestiere e cioè le postazioni fisse dei vigili che già esistevano in passato nei diversi quartieri e sestieri della città, in modo da garantire una presenza che possa rispondere alle necessità dei cittadini punto e un approccio al problema in ambito di vicinato.
L’assessore si è manifestata possibilista in questo.

Sicuramente occorre fare di più sul piano della informazione, magari anche con la cartellonistica, indicando che i tour alcolici e gli addii al celibato sono vietati in città.

Se in città ci fosse questa modalità di informazione forse le persone ci penserebbero due volte nel mettere in pratica queste azioni.

Anche nello scorso fine settimana sono arrivate molte segnalazioni di tour alcolici e il pericolo per la salute e per la sicurezza è forte perché queste persone, scorrazzando per le calli e nei campi, mettono a rischio la salute dei fragili in modo particolare degli anziani.

È emersa, con l’assenso dell’assessora, anche l’ipotesi di creare nell’area di San Basilio una zona per il divertimento e per le serate. Occorre, naturalmente, fare molta attenzione alle esigenze di tranquillità da non turbare degli abitanti di San Basilio e di Santa Marta.

Giovanni Andrea Martini
Consigliere comunale
Vicepresidente della VI Commissione

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6 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. anziché proibire la vendita, abbiamo visto tutti com’è andata col proibizionismo negli USA, bisognerebbe iniziare a vietare la pubblicità degli alcolici, così come è stato fatto per le sigarette. Inoltre bisognerebbe insegnare ai giovani che ubriacarsi è un disvalore, non una virtù.

  2. Siamo quindi d’accordo che l’alcol fa male alla salute! Grazie ad Andrea per le gentili parole, ma anche a Zorro e a Facchino che indubbiamente hanno individuato il problema.
    Purtroppo l’alcol, in Veneto soprattutto, è un fenomeno che crea un enorme business economico e incrementa il PIL della regione.
    I vigneti sono dappertutto, anche lungo le autostrade.
    Che fare di un fenomeno che incrementa l’alcolismo? Non so darmi una risposta. Forse dobbiamo guardare il tornaconto delle aziende che lo producono….

  3. Sarebbe da vietare la vendita di alcolici, ma per il PIL la normalità e l’alcolismo latente avete fatto tanto chiasso come tossici in astinenza perché non potevate prendervi lo spritz, ora vivetevi la normalità che volevate tanto

  4. Hai voglia arginare adesso un fenomeno da un po’ di anni dilagante e oramai fuori controllo. Bisognava pensarci prima. Venezia, ree le varie amministrazioni che si sono susseguite, è stata trasformata in un bar a cielo aperto con buona pace di noi veneziani. I campagnoli vengono in treno o in autobus per ubriacarsi senza dover poi guidare. I turisti, specie gli americani che girano con la bottiglia in mano, cosa che a casa loro non possono fare, non sono da meno. La cosa non riguarda più soltanto Cannaregio o Santa Margherita, ma un po’ tutta la città. Provate a passare il fine settimana per San Giacomo. È uno schifo! Andrebbero multati anche certi locali complici.

  5. Mi fa sorridere sentire queste cose, assessori, polizia locale, centri di controllo dei sestieri, ghetti per il divertimento alcolico…
    Ma ci siamo resi conto di quanto male faccia il bere sconsiderato? In tute le città, nei bar, nelle osterie, ecc, non si dovrebbero vendere alcolici di nessuno tipo.
    Così, forse, non si parlerebbe di questi “problemi”

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