06/02] Spesso quando si entra in contatto con una realtà organizzativa ci si fa un'idea sulla qualità della società da come essa si presenta all'approccio, dalla qualità che dimostra alla presentazione. E' la famosa “prima impressione”.
Se la società che ha curato il casting del film “The Tourist” che si girerà a Venezia tra marzo e maggio rappresenta l'identità della sua produzione, quindi del film stesso, si può stare freschi.Sono diverse le segnalazioni di aspiranti comparse che si sono presentate come richiesto a Cà Zanardi (Cannaregio) che riferiscono di aver riscontrato modi molto poco urbani, per usare un eufemismo.
Le vittime dei soprusi, perlopiù giovani (perchè più indifesi ipotizziamo) sono stati intimorite, mortificate quando non offese, da una vigilanza che evidentemente ha equivocato luogo e funzione agendo da guardie carcerarie (detto con il massimo rispetto per gli agenti che hanno ben altre responsabilità ), tuonando ordini e disposizioni con toni in uso (forse) nelle caserme peggiori.
E loro, i ragazzi, a subire in silenzio, a testa bassa sopprimendo il coraggio di dire: “Ma che maniere sono..?” per non compromettere il rapporto con il cerbero che aveva il potere di decidere chi poteva entrare e chi no, gestore unico del potere di assegnare il biglietto numerato con cui si accedeva al provino.
Illuminante per tutti il caso di Elisa, 24 anni. Sveglia prestissimo, un po' di trucco e strada di corsa per accarezzare il sogno di partecipare come figurante al film. Mentre attende pazientemente in coda la possibilità di avere il sospirato numeretto le si avvicina il vigilante: “Quanti anni hai?” “Ventiquattro” risponde lei “Allora è meglio che vai via, questa mattina prendono solo vecchi, corri il rischio di aspettare per niente” dice l'uomo allontanandosi.
Dopo qualche attimo di delusione, pensando alla levataccia e a tutta la strada fatta per arrivare sul posto, Elisa decide di provare a chiedere comunque. Si avvicina lo stesso alla portineria dove c'è quel guardiano e docilmente (come possono riferire gli altri ragazzi presenti) gli si rivolge così: “Chiedo scusa, siccome ormai sono qui ed ho fatto parecchia strada, non è che posso provare lo stesso?”
A questo punto il vigilante dà immotivatamente in escandescenze e le urla allontanandola: “Ma allora non capisci un cazzo, ti ho detto che sei troppo giovane! Non ti faccio entrare, e anche se riuscissi ad entrare lo stesso ti prenderei e ti sbatterei fuori. Devi andare via di qua! Allora dillo che non capisci un cazzo quando parlo! Vai viaa!!”.
Infastiditi dal turpiloquio riportato testualmente? Anche noi.
L'uomo, alto, sui cinquant'anni con gli occhiali, barba e capelli bianchi, può essere fiero del suo operato. Elisa se ne va con le lacrime agli occhi per la figura fatta davanti a centinaia di persone mentre ancora echeggiano in strada e nella sua mente quelle urla che mettono in discussione la sua capacità di comprensione trattandola da imbecille.
Ci spiace per Angelina Jolie, per Johnny Depp e per Florian Henckel von Donnersmarck (il regista del film) ma se il buongiorno si vede dal mattino…
Sarebbe il caso di chiedere a queste persone che arrivano in città per usare Venezia per i loro scopi come possano credere di avere anche il diritto di umiliare i nostri giovani in virtù dei loro affari.
Gianni Dall'Aglio