Circa 70 scosse, definite di aftershock, sono state registrate dopo il sisma di magnitudo Richter 5.7 avvenuto alle 07:07 davanti alle coste marchigiane.
Le repliche seguono lo schema di un decadimento graduale ma non è mai possibile escludere riattivazioni di piani di faglia, sottolinea all’ANSA il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni. “Le nostre capacità previsionali sono su base statistica, modelli secondo i quali si ha un decadimento graduale con una serie di scosse che seguono quella principale”.
La sequenza ha fatto registrare immediatamente, appena un minuto dopo quella principale, una scossa importante di magnitudo 5.2 e poi circa 70 repliche inferiori. “Però non si possono mai escludere eventuali riattivazioni di piani di faglia e l’attivazione di nuove sequenze”, ha precisato ancora Doglioni.
“È un’area notoriamente sismica e dimostra la vitalità del sistema geologico italiano. L’epicentro è stato in mare, lontano da zone abitate, ma è un segnale da parte della natura che ci invita a fare sempre una giusta prevenzione”.