Stop al lusso degli yacht adibiti ad hotel senza permesso edilizio ed ambientale a Venezia. L’ha deciso la Cassazione, dopo il sequestro di due boat-hotel che per quasi un anno sono rimasti attraccati nel canale della Giudecca, senza nessun tipo di autorizzazione e scaricando le acque reflue direttamente in laguna. Nemmeno il via libera all’ormeggio fornito dal Magistrato alle Acque, sarà d’ora in poi sufficiente.
O.G. il 64enne che aveva ben pensato di intraprendere questa avventura alberghiera, non si è però arreso ed ha chiesto alla Corte Suprema il dissequestro degli yacht, sostenendo che non serviva nessun permesso edilizio dal momento che le imbarcazioni non sono “equiparabili” agli immobili “stabilmente appoggiati al suolo” , per i quali è necessario il nulla osta.
A sostenere il cliente, è il legale di O.G., che dichiara come i natanti, in quanto tali, fossero privi del carattere di “stabilità e permanenza” e che quindi fosse sbagliato ritenerli “stabilmente installati al suolo solo perché non avevano navigato con continuità ed avevano allacciamenti ad acqua e luce”.
La Corte Suprema si è espressa confermando il sequestro delle barche e replicando che la legge “considera come interventi di nuova costruzione, necessitanti quindi di permesso di costruire, anche quelli relativi ad imbarcazioni ‘insistenti’ in acque territoriali”.
Redazione
[19/02/2015]
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