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Simula rapimento e violenza per paura di rivelare alla moglie che fa uso di droga

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JESOLO/Nella serata del 29 dicembre si è presentato agli uffici del Commissariato di Jesolo un trentotenne di Jesolo il quale ha raccontato che la sera prima, verso le 23,30, mentre stava tornando a casa dei genitori aveva incrociato una vettura proveniente dal lato opposto che lo ha fermato. Dall’auto erano usciti due individui che l’hanno costretto, sotto la minaccia di un coltello, a salire dietro nei sedili posteriori.

I malviventi sarebbero saliti poi uno al posto di guida e l’altro dietro assieme lui, partendo in direzione Piazza Milano.

Durante il tragitto, ne era salito un altro e tutti e tre, secondo il racconto, del trentottenne, l’hanno costretto a fare uso di cocaina, sempre sotto la minaccia del coltello, iniziando poi a seviziarlo abusando di lui sessualmente.

L'uomo ha poi raccontato che la violenza nei suoi confronti era continuata fino al mattino, finchè era stato liberato alle 18 del giorno dopo, senza però videocamera digitale e cellulare smartphone rubati dai malviventi.

Non potendo chiamare la Polizia perchè privo del telefonino, ha quindi raggiunto con la propria vettura il Commissariato di Jesolo dove ha sporto denuncia nei confronti di ignoti per le violenze subite.

Sono subito partite le indagini che invece hanno accertato che l'uomo non ha detto come sono andate in verità  le cose, in quanto, dal sopralluogo effettuato dalla polizia scientifica, sono emersi elementi che hanno indotto a pensare che i fatti descritti in querela erano incongruenti rispetto alla realtà .
Lo Jesolano, che continuava ad assicurare che quanto da lui narrato corrispondeva a verità , è stato invitato ad accompagnare il personale di polizia sul posto dove sarebbero avvenuti i fatti. Durante il tragitto, visto che oramai la sua storia non reggeva più, ha deciso di rilasciare delle spontanee dichiarazioni, confermando di aver fatto, in gioventù, uso di droga tipo cocaina e marijuana.

Quella sera del 28 dicembre verso le ore 22:00 era uscito da casa dei genitori. Dopo essere rimasto per circa mezz’ora con un amico, tornando verso casa, gli è venuto il desiderio di cercare qualcuno che gli vendesse della cocaina. Giunto in Piazza Mazzini è riuscito a procurarsi circa 10 grammi di cocaina.
Presa la droga si è appartato in auto vicino ad un accesso al mare di piazza Milano dove l'ha assunta sniffandola.

Verso le 11:00 del 29 dicembre, trovandosi ancora fermo nello stesso posto, si è reso conto di essere stato fuori tutta la notte e di aver sicuramente allarmato i suoi famigliari dato che aveva anche spento il cellulare.
Preso dal panico e dalla vergogna gli è venuta la malaugurata idea di inventarsi un finto rapimento con successive aggressioni sessuali e una rapina, il tutto per giustificarsi in qualche modo, specialmente con la moglie. Addirittura, durante l’effetto dello stupefacente, è arrivato ad auto infliggersi delle violenze con oggetti rinvenuti in auto dalla Polizia scientifica.

Per simulare poi la rapina ha gettato il telefonino e la videocamera nel fiume Sile. La tessera Bancomat era stata invece utilizzata per preparare le strisce di cocaina prima di sniffarla.

Il trentotenne è stato denunciato in stato di libertà  per simulazione di reato, per false attestazioni in atti destinati all’A.G. e per procurato allarme.

[02/01/2012]

c.s.
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