NOTIZIE ITALIANE | Alla fine tanto tuono' che piovve! Della nuova tassa sulla sigaretta elettronica si era parlato a novembre, nel Decreto Sviluppo, poi ancora a dicembre, nella legge di Stabilità , e di nuovo pochi giorni fa, con un emendamento al decreto sui debiti della Pubblica Amministrazione, ma i vari tentativi di mettere una nuova tassa sulle sigarette elettroniche non era ancora riuscito.
Ora, invece, è questione di giorni: le vendite delle «e-cig» raddoppiano, il gettito delle imposte sulle sigarette sta crollando e le Finanze spingono a più non posso.
Secondo i Monopoli nel 2013 lo Stato incasserà 700 milioni di euro in meno 'a causa' delle sigaretteelettroniche. E il buco, che rischia di ampliarsi in futuro, va chiuso prima che diventi una voragine.
La questione delle sigarette elettroniche non è facile, si tratta di affrontare un prodotto nel campo della tecnologia equiparandolo alle accise sul tabacco, ma l'amministrazione fiscale è assetata di tasse, la sta inseguendo ormai da mesi.
Il business è importante, le vendite, come detto, raddoppiano di anno in anno. In Cina, dove sono state brevettate e dove vengono prodotte, una buona sigaretta costa al grossista, Iva e dazi compresi, circa 25 euro, viene ceduta ai dettaglianti a 35 e da questi, a 65 euro al cliente finale. Un ricarico del 100%. E questo spiega come mai nelle nostre città , così come nei centri commerciali, in piena crisi, gli unici negozi nuovi che aprono sono quelli che vendono sigarette elettroniche. In Italia sarebbero ormai oltre duemila e continuano a spuntare come funghi, nella più totale assenza di una normativa anche fiscale. Finora.
paolo pradolin
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[27/05/2013]