La C.E.I. secondo me non dovrebbe intromettersi, contro lo Stato, nella tutela della salute pubblica dato che, visti i contagi nelle messe fatte di nascosto, non mi pare molto in grado di tutelarla.
Dopo che alcuni parroci hanno pure celebrato di nascosto messe arbitrariamente aperte al pubblico, sfidando lo Stato e facendo contagiare decine di persone in virtù “della libertà di culto”,
dopo gli infettati nelle case di riposo a gestione religiosa,
ma soprattutto dopo aver allontanato le cittadini e famiglie dalla fede “impedendo” , in questo caso sì, loro la libertà di culto per non rischiare che qualche figlio abbia “problemi” in chiesa,
la Conferenza Episcopale Italiana (C.E.I.) ha il coraggio di intromettersi, per propri interessi, su giuste misure per la tutela della salute umana. Ma come si fa?
Il caro Papa Francesco, che mi pare lotti non poco all’interno del Vaticano per dare, forse prima volta nella storia, una svolta di pulizia e credibilità alla Chiesa Cattolica, ha chiesto scusa per l’orrore degli abusi. E la C.E.I., invece, su cosa s’impunta…?
Ci sarebbe anche da dire che, nonostante tante preghiere di fedeli cattolici, io non ho visto “mani divine” fermare il virus, ma solo quelle di infermieri e medici, che hanno pure perso la vita…
La libertà di culto non vuol dire libertà di infettare.
Se io credo, e amo i cristiani, preferisco pregare davanti a un santino ed accendergli una candela a casa: non credo proprio che, così facendo, il buon Dio (che avrà più buon senso della C.E.I.) non mi ascolti…
Leggendo quelle dichiarazioni, mi vien da pensare che, come la politica spesso teme di perdere voti, donazioni e consensi, anche per la chiesa cattolica …”così sia”.
Su tali prese di posizione, che vanno contro la tutela dell’uomo-creatura di Dio, c’è secondo me da riflette, più che da pregare…
Dio e la Chiesa (fatta di uomini) sono purtroppo sempre due cose diverse, talvolta molto lontane…
Questo è il mio razionale pensiero.
Prof. Fabio Mozzatto.
Venezia.