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Schiamazzi e danni da movida: tutti i dati di Venezia grazie ad un questionario

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“Il problema della movida molesta è diffuso a Venezia, non solo nelle zone interessate negli ultimi due mesi dall’ordinanza comunale. Lo dimostra un questionario che abbiamo sottoposto ai nostri iscritti”.
Il questionario è stato realizzato dal Gruppo Danni da Movida e conferma una volta in più la pervasività del problema: “Ovunque ci sia un locale che tiene aperto fino a sera tarda si determina un danno immediato alla vita delle persone, lo attestano proprio i questionari compilati”, spiegano i portavoce del Gruppo.

Molte le risposte ed esse arrivano dalle zone più disparate della città, quelle note della “movida”, ma anche da quelle meno note: Misericordia, Ormesini, Madonna dell’Orto, Santi Apostoli, Corte dei Pali, Santa Margherita, Toletta, Bari, San Giacomo dall’Orio, Lido, Giudecca Palanca, Santa Marta, Via Garibaldi, San Stae, Rialto, Frari, Accademia, Calle Ragusei, Bacino Orseolo, Rio Terà degli Assassini.

Problema diffuso
Per il 97,5% di chi ha compilato il questionario il problema della movida è “un problema diffuso in tutta la città” e solo per il 2,5% è “un problema circoscritto ad alcune zone”.

Rumori, orari, plateatici
L’elenco dei disagi alla domanda che prevedeva anche risposte multiple è molteplice: rumori (82,5%), plateatici (80%), orari prolungati fino a tarda notte (80%), odori (52%).

Segnalazioni sì, risposte poche, soluzioni nessuna
In tanti hanno segnalato il problema alle autorità competenti (90%), sia per telefono che per forma scritta. Ma la risposta non sempre è arrivata: per il 50% la segnalazione ha avuto seguito solo qualche volta, per il 37,5% mai.
Quando è arrivata una risposta, non è mai stata esaustiva e corretta (42,5%) e c’è anche chi segnala interventi giunti troppo tardi (25%). Complessivamente le risposte ricevute non hanno mai portato a soluzione del problema (62,5%) o solo qualche volta (7,5%).

Intimidazioni
Nel rapporto diretto con i gestori dei locali emerge invece un clima talvolta teso, con alcuni episodi di intimidazione diretta (12,5%) e via social (27,5%). Qualcuno ha riferito persino minacce di morte.

L’ordinanza del Comune
Per i membri del gruppo l’ordinanza (ora scaduta e non prorogata) non risolve nulla, non tutela il diritto al riposo del cittadino e rischia solamente di far spostare il problema, dopo le 2, ad altre zone della città.

La responsabilità
Sia Comune che gestori dei locali sono considerati responsabili del disturbo, in misura quasi uguale (64% il Comune, 42% i gestori).

Azioni legali
Il 12% di chi ha risposto al questionario ha già intrapreso le vie legali singolarmente, ma tutti (100%) sono favorevoli ad intraprendere una class action.

I problemi
Rifiuti abbandonati, picnic in zone monumentali, musica alta, calli diventate orinatoi, barchini a tutta velocità con musica assordante, plateatici fuori misura anche davanti alle porte delle abitazioni, spesso tavolini e sedie totalmente abusivi, mancato ritiro dei tavolini dopo l’orario di chiusura dei locali (e pericolosità delle basi degli ombrelloni), episodi frequenti di delinquenza, spaccio e consumo, spazi pubblici totalmente occupati dai plateatici con impossibilità per i bambini di giocare, feste fino a tarda notte, affollamento sulle rive e nelle calli con impossibilità di camminare, insulti e minacce dei gestori.

Le richieste
Un nuovo regolamento stilato dopo un confronto con i residenti riuniti in comitati e i rappresentanti degli esercenti, che tuteli il diritto alla salute dei cittadini; reintrodurre la distanza tra negozi di categoria, sanzione al gestore ma anche agli avventori; diffidare i già vietati addio al celibato/nubilato e feste di laurea selvagge lungo la strada; anticipare gli orari di chiusura dei plateatici. Più controlli e sanzioni con chiusura dei locali che non rispettano le regole; proporzionare il costo dei plateatici all’affitto o al valore commerciale del locale. Bloccare davvero le licenze.

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3 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Ritengo che se imparano a rispettare le ordinanze possono divertirsi come meglio credono, se si decide che alle undici di sera devono finire canti e suoni così deve essere, tutto il resto è fuffa. Chi non rispetta o non fa rispettare le norme deve essere sanzionato, la multa non serve, la chiusura di cinque giorni non serve, il ritiro della licenza, e la chiusura del locale per sempre, forse farà si che si rispettino le regole. Non sono interessato ai vostri pareri. Shylock the first

  2. Dopo le 23 tutti a nanna. Per la tranquillità della popolazione e non solo di Venezia, di tutto il territorio italiano, per insegnare uno stile di vita sano ai ragazzi che sono dipendenti dalla dittatura del falso credo che, la movida sia un divertimento. La movida è la rovina di queste generazioni a vantaggio dei gestori di locali notturni, un’istigazione all’uso di alcool, droghe, è un attentato alla salute fisica e psicologica che porta alla violenza, al degrado morale. Noi cresciuti senza movida siamo la generazione forte, la movida è per i deboli che si sentono soli e che con la movida rimarranno soli. Si ride in compagnia ma di piange da soli, e piangeranno tanto.

  3. Basta vedere il lassismo dimostrato dal Comune in merito ai tavolini. Bastano 2 passi per la Fondamenta di Cannaregio o per Campo S.Lio dopo le 19 o per Calle dei Fabbri o un passo in qualunque altra direzione per capire che a Venezia vige la legge del fare quel c…o che si vuole, tanto tutti lo permettono. Non ho mai visto una situazione così anarchica a Venezia. Chiara è la volontà di spopolare Venezia per renderla un mega albergo a cielo aperto. Una speci di Las Vegas da mungere all’infinito. Ma cari miei, anche le tette ad un certo punto non producono più latte, ricordatevelo!

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