Rosy Bindi è la nuova presidente dell’Antimafia. La neo presidente è stata eletta con 25 voti su 50 componenti, ma non è stato un passaggio indolore e privo di proteste.
La commissione parlamentare d’inchiesta è già travolta dalle polemiche: davanti alla prova di forza voluta dal Pd, infatti, il Pdl si è irrigidito disertando la seduta stessa in cui si votava per il presidente e annunciando poi un «mini Aventino» per le prossime settimane.
Si tratta dunque di un’altra mina sganciata sull’alleanza di governo: «Se la Bindi non si dimette non parteciperemo ai lavori», hanno minacciato i capigruppo Renato Schifani e Renato Brunetta. «In questo modo la commissione è affossata e delegittimata», ha aggiunto Fabrizio Cicchitto. Rosanna Scopelliti, uno dei commissari antimafia appartenente al Pdl, è però di opinione diversa: «Io parteciperò ai lavori perché per me è un onore far parte della Commissione. La mia storia e la memoria di mio padre, magistrato assassinato per mano mafiosa, non mi permettono di disertare le sedute. Non posso fare a meno di essere Rosanna Scopelliti. Spero che anche nel mio gruppo ci sia un ripensamento perché è importante che la Commissione inizi a lavorare».
Su tutto ciò cerca di fare da pompiere il presidente del Senato Pietro Grasso: «Non si poteva più aspettare oltre, si doveva far partire i lavori e spero che il Pdl possa ritornare sulla decisione di non parteciparvi».
L’interessata, intanto, non ci pensa proprio a ritirarsi: «Devo rispettare l’indicazione dei 25 che mi hanno votato. Sono più loro di quelli che chiedono le mie dimissioni».
Paolo Pradolin
[23/10/2013]
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