Il colloquio con il capo dello Stato Giorgio Napolitano è durato circa un’ora e mezza.
Poi il segretario generale Donato Marra che annuncia: «Il presidente della Repubblica ha conferito l’incarico di formare il nuovo governo a Matteo Renzi, che ha accettato con riserva».
Matteo Renzi appare poi con i giornalisti e dichiara di essere «molto soddisfatto» del lavoro impostato con il Presidente e annuncia «una riforma al mese».
Ora i prossimi impegni prevedono: oggi e domani le consultazioni con i partiti, giovedì e venerdì si chiude sulla squadra dei ministri, sabato il giuramento del nuovo governo, la fiducia alle Camere all’inizio della prossima settimana.
Renzi è molto serio, determinato ma forse un po’ emozionato, consapevole delle grandi difficoltà dell’impresa. Tanto risoluto da annunciare subito un cronoprogramma dettagliato delle cose da fare: «Discuteremo entro febbraio il lavoro urgente sulle riforme costituzionali ed elettorali da portare all’attenzione del Parlamento e subito dopo, a marzo, immediatamente la questione del lavoro; nel mese di aprile la riforma della Pubblica amministrazione; e a maggio il fisco».
Con abito scuro e cravatta ma anche con l’immancabile camicia bianca, il presidente del Consiglio più giovane d’Italia è arrivato al Quirinale, in anticipo di 10 minuti, guidando una Giulietta bianca, con al fianco il capo ufficio stampa Filippo Sensi.
Matteo Renzi spiega ai giornalisti che servirà qualche tempo per il giuramento e per un politico che deve molta della sua fama al decisionismo e al dinamismo, tanto da essere stato soprannominato a suo tempo «flipper».
Ma la pronuncia perché il traguardo che si pone è di ampio respiro e le difficoltà non sono poche: «Il senso di urgenza è straordinariamente importante, ma un orizzonte di legislatura come quello che ci siamo dati necessita di qualche giorno di tempo per arrivare a sciogliere la riserva».
Poi a Napolitano dice: «Metterò tutto il coraggio, l’impegno, l’energia e l’entusiasmo di cui sono capace, partendo dall’emergenza più importante che è quella che riguarda non soltanto la mia generazione, ma anche la mia generazione, che è l’emergenza del lavoro, dell’occupazione e in qualche modo anche della rassegnazione». Allusione al jobs act, che dovrebbe essere uno dei punti qualificanti del programma di governo, sul quale è da tempo al lavoro Marianna Madia.
Paolo Pradolin
[18/02/2014]
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Dott.Renzi, per cortesia cerchi di rinegozziare la legge FORNERO, perche’ Le assicuro che nella P.A. c’è molta gente, come me dipendente con 39 anni di servizio che è stanca non stà producendo più come prima è meglio per il PAESE Italia che coloro vengano mandati in quiescenza, sarebbe un modo per assumere i giovani, meritevoli anche nello STATO.
Grazie per ciò che riuscirà ad ottenere in questo arduo cammino per risanare questo bel Paese.