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Quasi due morti ogni nuovo nato nel 2022: italiani sempre meno e sempre più anziani

In Italia torna anche a crescere il numero degli stranieri : al primo gennaio 2023 sono 5 milioni e 50mila. 20mila in più dell'anno precedente (+3,9%), mentre gli italiani sono sempre più anziani: l'età media è ormai a 46 anni. Gli over 65 sono più di 14 milioni di persone, ovvero il 24% della popolazione.

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Secondo l’ultimo rapporto dell’ISTAT sugli indicatori demografici, l’Italia sta affrontando il tasso di natalità più basso della storia, vale a dire una vera e propria crisi demografica. Nel 2022, per la prima volta dall’Unità d’Italia, i nati sono stati sotto la soglia dei 400.000, con solo 393.000 denunciati. Nel frattempo, i tassi di mortalità sono rimasti elevati, con 713.000 morti, 320.000 in più rispetto alle nascite.

Ciò significa che ogni 1.000 abitanti si sono registrati solo 7 nuovi nati a fronte di 12 decessi. Queste cifre allarmanti hanno persino attirato l’attenzione di Elon Musk, attuale CEO di Twitter. In risposta ai dati pubblicati da Andrea Stroppa, analista informatico, sul calo riportato dall’ISTAT, Musk ha twittato: “L’Italia sta scomparendo!” L’anno scorso aveva anche twittato sulla situazione della natalità in Italia dopo aver visto un grafico pubblicato da Stroppa, al quale la Meloni, l’attuale presidente del Consiglio, aveva risposto: ” Fratelli d’Italia (FdI) propone da sempre un piano a sostegno della maternità e del parto. Continuando così si otterrà una società senza figli, che crollerà. È positivo che qualcuno visibile come Elon Musk stia parlando di questo problema, ma è scoraggiante che ci sia voluto il suo intervento per attirare l’attenzione dei media su questo problema”.

Il rapporto ISTAT evidenzia la diminuzione della popolazione residente in Italia, nonché un eccesso di morti rispetto alle nascite, con conseguente invecchiamento della popolazione. I tassi di migrazione interna ed estera sono tornati ai livelli pre-pandemia, con 55.000 persone che hanno lasciato il Sud per trasferirsi principalmente nelle regioni del Nord.

Rispetto al 2018, anno in cui si è registrato un aumento delle nascite, si è registrato un calo di circa 184.000 nascite, con il numero medio di figli per donna sceso a 1,24. Il rapporto esamina le ragioni di questo declino, attribuendolo in parte al progressivo invecchiamento della popolazione femminile. Il continuo rinvio della maternità alla fine si trasforma in una rinuncia definitiva.

La regione con il più alto tasso di fecondità è il Trentino-Alto Adige con un valore di 1,51 figli per donna, seguita da Sicilia e Campania, che hanno valori molto più bassi, rispettivamente a 1.35 e 1.33. La Sardegna ha il tasso di fecondità più basso per il terzo anno consecutivo, a 0,95, unica regione con un tasso di fecondità inferiore all’unità.

Nonostante l’alto numero di decessi negli ultimi tre anni, oltre 2 milioni e 150.000, di cui il 90% sono persone con più di 65 anni, la popolazione continua ad invecchiare, con l’età media ormai a 46 anni. Gli over 65 sono più di 14 milioni di persone, ovvero il 24% della popolazione. Il numero dei centenari è triplicato negli ultimi 20 anni, arrivando per la prima volta a quasi 22.000.

La popolazione residente è diminuita del 3%, con 179.000 abitanti in meno rispetto al 2021, nonostante un saldo migratorio netto positivo di +229.000 nel 2022. I movimenti migratori interni stanno influenzando negativamente il Sud, in particolare Basilicata e Calabria, con un saldo negativo del 5,5% , rispetto a una media nazionale del 3,4%.
Torna a crescere il numero degli stranieri, con 5 milioni e 50.000 segnalati a gennaio 2023 (ufficiali), con un aumento di 20.000 rispetto all’anno precedente (+3,9%).

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