Boris Nemtsov, oppositore alle forze di governo, freddato misteriosamente sotto le mura del Cremlino. Congetture su testate on line e blog su presunte rivalità tra uomini dei diversi servizi segreti e il presidente della Cecenia Ramzan Kadyrov.
Discorsi che una volta non sarebbero mai stati pronunciati, figurarsi se pubblicati, ma ora, secondo una nuova lettura, il muro del potere sarebbe incrinato. Perchè? Perchè sarebbe venuta a mancare la rigidità di Putin.
Su Vladimir Putin nelle ultime ore hanno incominciato a circolare indiscrezioni, pettegolezzi non confermati, poi diventate voci. Il sessantaduenne presidente russo non si vede in pubblico da quando il 5 marzo ha incontrato Matteo Renzi al Cremlino.
Putin morto?
La domanda insinua subdolamente il germe di un certo tipo di propaganda che il Cremlino cancella seccamente: «Putin è vivo ed ha una stretta di mano così forte da poterla rompere una mano». Le parole del portavoce Dmitrij Peskov alla radio Eco di Mosca intendono sgomberare il campo dai dubbi. In realtà l’intervistatore ha ricordato la famosa dichiarazione analoga fatta su Boris Eltsin quando in realtà questi era in ospedale per un quintuplo by-pass cardiaco.
Della “notizia” ha comunciato ad occuparsi anche l’Ansa, mentre spopola l’hashtag #putindead.
Ammalato, forse ricoverato per un intervento, i sospetti sono tanti, accresciuti dagli indizi, come quello di ieri, in cui Putin doveva essere ad Astana un vertice tra i presidenti di Kazakistan, Russia e Bielorussia e invece non c’era.
Rinviato anche l’appuntamento con i leader dell’autoproclamata repubblica indipendente dell’Ossezia del Sud. I kazaki avevano detto che Putin aveva annullato il viaggio per motivi di salute, ma Peskov si era subito affrettato a dire invece che il presidente sta benissimo.
Mario Nascimbeni
13/03/2015
Riproduzione vietata