Due medici psichiatri dell’Usl 17 della Bassa Padovana hanno ricevuto un avviso di garanzia firmato dal sostituto procuratore di Rovigo Fabrizio Suriano, che li accusa di omicidio.
I due dottori dovranno difendersi dalle ipotesi che li vogliono responsabili in qualche modo della tragedia del 4 febbraio a Montagnana.
Come si ricorderà un uomo anziano, l’81enne Pietro Zaramella, fu dimesso dopo un ricovero di una ventina di giorni nel reparto di Psichiatria dell’ospedale di Monselice. L’uomo a casa uccise la moglie, chiamò i carabinieri, confessò il delitto, e poi, dopo averlo annunciato, si uccise egli stesso.
Ora in quel duplice omicidio-suicidio la procura polesana vuole vederci chiaro. E l’ha fatto andando ad acquisire tutte le cartelle cliniche del caso e formulando un capo d’accusa che apre diversi scenari.
Pietro Zaramella verso le 17 di martedì 4 febbraio telefonò ai carabinieri di Montagnana: «Ho appena ucciso mia moglie, ora mi ammazzo». Dopo un quarto d’ora, quando i militari dell’Arma sono arrivati nella casetta di via Brancaglia 39 a Montagnana, hanno trovato la donna avvolta in una coperta, era ancora attaccata al respiratore che le permetteva di vivere da sette anni a questa parte, uccisa con un coltello da cucina. Poi hanno trovato l’uomo impiccato ad una trave della rimessa degli attrezzi, nel giardino di casa.
Redazione
[21/02/2014]
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