Giovanni Arnone, è lui l’avvocato in questione, ex direttore del Bioparco di Roma, ora in pensione e da sempre cultore dell’arte, del teatro e del cinema italiano, che ha deciso di riportare su carta le ‘’avventure’’ personali e nazionali dell’Italia, dagli anni ’40 ad oggi.
Nell’opera, l’autore racconta della sua infanzia trascorsa a Firenze, città natale, il rapporto contrastato con il padre e la madre allontanata da quest’ultimo, il periodo fascista e il primo incontro con il mondo del cinema: la zia Dorina (Doris Duranti) e la collega Vivi Gioi, il primo amore di Arnone. Dal trasferimento a Milano dopo la laurea in giurisprudenza, all’avvicinamento al teatro e a Dario Fo, fino al suo stabilirsi a Roma nella veste di ‘’avvocatino’’ della SAI (Società Attori Italiani), il sindacato degli artisti e la sua lenta caduta carrieristica, con l’avvento della televisione e della decadenza di Cinecittà.
Edito da Bulzoni Editore, il libro è una sorta di diario di ‘’memoria individuale e collettiva’’, così come piace definirlo ad Arnone, in cui attraverso ‘’un’ingarbugliata matassa di ricordi’’, l’autore e protagonista cerca di districarsi.
Egli si esprime alternando racconti di storia pubblica (dal fascismo all’avvento del Partito Comunista, fino all’entrata in campo di Berlusconi e dell’emittente televisiva privata) ad altri più personali, tra amori platonici, come quello per Franca Rame, a rapporti con fidanzate più giovani e segretarie ‘’vichinghe’’.
Aneddoti, questi ultimi, utili a rendere molto fluente la lettura, che appassiona per la capacità di far sognare il lettore, immerso nel periodo d’oro del teatro e del cinema italiano, ma anche nel mondo esclusivo e poco conosciuto del dietro le quinte teatrali, cinematografiche e politiche.
Dal contrastato rapporto con il rivoluzionario Dario Fo a quello con l’avanguardista Luca Ronconi; dalla bella vita a Fregene (anni ‘70) ai viaggi in America per conto di Rizzoli, tra scandali e cadute in picchiata, terminando con i rapporti intercorsi fra l’avvocato, Walter Veltroni e Francesco Rutelli.
Toccante invece e da sottolineare, l’ultimo paragrafo, che così come l’intero libro, è dedicato a Mariangela Melato, l’attrice morta nel 2012 e a cui Arnone era particolarmente affezionato.
Diario personale dell’autore, ‘’Prova di memoria” dall’Orlando Furioso a Cinecittà’’, al termine della lettura, effettivamente si trasforma in una sorta di diario ‘’di memoria collettiva’’, raggiungendo così lo scopo prefissatosi ‘’dall’avvocatino’’: capire come agire domani, facendo tesoro del ‘’nostro’’, straordinario e a tratti malinconico, passato.
Alice Bianco
[13/02/2014]
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Conosco benissimo il libro di Giovanni Arnone. L’ho letto e riletto e da questo libro ho tratto tutta la trasparenza, l’umilta e la “grandezza” di un uomo che pur avendo tanto sofferto nella sua vita è riuscito ad andare avanti a testa alta con un’enorme dignita’ e nello stesso tempo con gioia e ironia. Prendiamo esempio da lui nei nostri momenti bui.
Mi è venuta voglia di leggere questa biografia! Complimenti all’autore e alla giornalista.
bellissimo articolo!