Per la strage dell’Eternit non ci sono colpevoli.
Il «processo del secolo», così come è stato ribattezzato, essenzialmente contro contro il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, accusato di disastro ambientale per aver esposto i lavoratori all’amianto e alla conseguente morte per mesotelioma pleurico, si è concluso con l’assoluzione dell’imputato.
Il verdetto dell’assoluzione è arrivato tra i fischi e le grida dei familiari di alcune delle oltre 3 mila vittime registrate nei 4 stabilimenti italiani della multinazionale elvetico-belga.
Sfumano così i risarcimenti per i congiunti dei morti per amianto, quei risarcimenti già previsti dalla sentenza di appello per le 983 parti civili.
“Salvi” quanti avevano un accordo extragiudiziale (circa 2 mila parenti di persone decedute) che potranno tenere i risarcimenti.
Eternit, una parola che fa paura oggi. C’è chi dice che la strage avrà il suo picco nel 2025, come anche c’è chi ribadisce che le conseguenze dell’esposizione all’amianto erano note ai vertici Eternit, che però le ignorarono.
«Reato prescritto». Troppo tempo è passato tra i momenti del presunto reato e le morti.
Mario Nascimbeni
20/11