Pistorius che se ne va sul fuoristrada color argento, circondato dai fotografi, è l'ultima immagine di questa prima parte di processo. Ora è libero su cauzione : ha pagato 85 mila euro.
Lo aspetta comunque un giudizio per l'accusa di omicidio premeditato, ma ora le priorità per Oscar Pistorius sono : un bagno dopo la cella comune, la volontà di contattare la famiglia della fidanzata ventinovenne Reeva Steenkamp, l'idea di tornare a correre già dalla settimana prossima.
Il magistrato Desmond Nair, quello che è stato la chiave della sua scarcerazione dopo il fermo per omicidio, ha stabilito che non potrà uscire dal paese, bere alcool, tornare nella casa dell'omicidio, lasciare Pretoria senza permesso. Dovrà inoltre essere sempre raggiungibile al telefono, mostrarsi alla solita stazione di polizia il lunedì e il venerdì.
Per Pistorius ciò significa addio Paraolimpiadi di Lione, niente gare internazionali, ma non importa. Importa essere libero.
Decisivo, in questo, la presunta poca professionalità del detective Botha della squadra investigativa. Il giudice non ha creduto (al contrario dell'accusa) che il rilascio di Pistorius potesse costituire un pericolo per se' o per gli altri, ma forse non ha tenuto conto della protesta diffusa che sta crescendo in rete.
La Lega femminile dell'Anc (il partito al potere), contrario alla cauzione, deplora la reazione di alcuni uomini in aula (fan di Oscar) «che hanno esultato come se si trattasse di un trofeo e non dell'omicidio di una donna».
Quando il giudice ha detto sì alla cauzione, qualcuno dei fan dal fondo ha urlato «Yessss». Sono cose che a volte si fa fatica a digerire.
Mario Nascimbeni
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[23/02/2013]