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Peste suina scoperta nella carne in vendita, allarme a Padova

La peste suina preoccupa Padova: scoperta carne contaminata posta in vendita in un market di zona Camin (Pd).

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Peste suina preoccupa Padova: scoperta carne contaminata in vendita in un market di zona Camin. Le autorità locali hanno scoperto la partita di carne suina infetta dal virus in un negozio di alimentari gestito da una comunità cinese. Le indagini condotte dai carabinieri del Nas di Padova e dal personale sanitario dell’Ulss Euganea hanno portato alla denuncia del titolare del negozio e alla contestazione di illeciti amministrativi per un valore di 6.500 euro.

La scoperta è avvenuta lo scorso febbraio, ma si apprende solo ora, quando le autorità hanno effettuato un’ispezione in un esercizio commerciale di alimenti etnici nella zona di Camin, a Padova, dove si trova una consistente presenza logistica e commerciale cinese. Durante l’ispezione, sono stati rinvenuti alimenti a base di carne suina di origine cinese, privi di rintracciabilità ed etichettatura in lingua italiana, risultando pericolosi per la salute dei consumatori in quanto non autorizzati per la vendita nella Comunità europea.

I prodotti sospetti sono stati sottoposti ad esami di laboratorio che hanno confermato la presenza del virus della peste suina.

È importante sottolineare che questo virus non è trasmissibile agli esseri umani, almeno per il momento, ma gli esperti non escludono la possibilità di un salto di specie.

Nel frattempo, il problema è serio soprattutto per gli allevamenti che potrebbero scoprire un focolaio se il prodotto infetto non viene smaltito correttamente.

La circolare emessa dal ministero della Salute fin dal mese di gennaio ha sollecitato le autorità sanitarie regionali e locali ad intensificare i controlli nei mercati e supermercati che vendono carne proveniente dall’Estremo Oriente.

A seguito delle indagini, l’Ulss 6 Euganea ha contestato alla società padovana illeciti amministrativi per mancanza di rintracciabilità, condizioni igienico-sanitarie non conformi e etichettatura scorretta. Inoltre, sono state bloccate due celle frigorifere “abusive” e sequestrati 2.490 chili di alimenti di origine animale a rischio sanitario.

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  1. Carabinieri del Nas di Padova: “Allora, ragazzi, oggi abbiamo un compito importante. Dobbiamo scoprire chi ha messo la peste suina nelle salsicce. Siamo pronti?”

    Ispettore Alimentare: “Sì, sì, prontissimi! Prendiamo le nostre pinze e i microscopi e andiamo a caccia di virus nelle celle frigorifere.”

    Titolare del negozio cinese: “Ma io non sapevo niente! Le mie salsicce sono innocenti! Erano solo un po’ malate, ma niente di grave.”

    Carabinieri del Nas di Padova: “Innocenti? Guardate queste salsicce! Hanno il virus della peste suina più forte di un caffè napoletano! E l’etichetta? ‘Salsicce speciali: con un tocco di epidemia’.”

    Ispettore Alimentare: “Ecco, signor titolare, il problema è proprio l’etichetta. Non è abbastanza chiara. Dovrebbe dire: ‘Salsicce alla peste suina: per chi vuole un po’ di brivido con la colazione’.”

    Titolare del negozio cinese: “Ma voi non capite! Le mie salsicce sono un’opera d’arte! Un mix di tradizione cinese e malattie infettive. È un nuovo trend gastronomico!”

    Carabinieri del Nas di Padova: “Trend gastronomico? Bene, allora possiamo aggiungere anche altre specialità: ‘Risotto al colera’, ‘Tagliatelle alla tubercolosi’ e ‘Tiramisù al tetano’.”

    Ispettore Alimentare: “E non dimentichiamo il ‘Panettone alla polmonite’. Perfetto per le feste!”

    Titolare del negozio cinese: “Ma vi prego, non chiudetemi il negozio! Ho anche il ‘Pandoro alla peste bubbonica’ in offerta!”

    Carabinieri del Nas di Padova: “Va bene, signor titolare, faremo un accordo. Lei smaltisce le salsicce infette e noi le lasciamo tenere il ‘Pandoro della morte’.”

    Ispettore Alimentare: “E ricordi, signor titolare, la prossima volta etichetti le salsicce con qualcosa di più chiaro. Tipo: ‘Questo prodotto potrebbe uccidervi, ma almeno è a basso contenuto di grassi’.”

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