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Per Venezia tassa di scopo, non di soggiorno

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[01/06] Le recenti polemiche di alcune categorie locali economiche e sindacali sull’annosa questione di tassare il turismo e le perplessità  del nostro Sindaco, m’inducono a scrivere queste mie brevi osservazioni.

L’economia del turismo di massa (con i suoi ventiquattro milioni di presenze annue), comprendendo la peculiarità  della Città , dovrebbe certamente contribuire alla sua costosissima manutenzione, in particolare le innumerevoli opere d’arte e rimborsare in coscienza i danni socio-economici che, questa economia, oltre certi limiti arreca (in primis l’eccessivo valore immobiliare  che alimenta l’espulsione dei residenti dalla città  d’acqua e nega ad un giovane la possibilità  di poterci vivere).

 

Auspico l’agognata autonomia o federalismo impositivo, perché ci permetterebbe di gestire meglio la Città  (Legge Speciale) e ne avremmo veramente bisogno, ma anche potremmo sostenere la residenzialità  giovanile senza dover chiedere a ogni piè sospinto, la carità  a Roma.

L’abbattimento dell’aliquota IVA sul settore turistico risolverebbe finanziariamente ben poco per le casse comunali, in effetti, si otterrebbero solo benefici economici per le imprese del settore. Anche nella considerazione che l’evasione fiscale del comparto è elevatissima tant’è che recentemente la Guardia di Finanza ne ha promosso Venezia, Capitale (per non parlare di lavoro nero).

Proprio per questi assunti, la tassa o meglio il sistema impositivo, non dovrebbe essere a carico della sola categoria ricettiva, ma dovrebbe incidere su tutta la filiera del turismo con l’accortezza che chi, più si ferma nella Città  d’acqua, meno tassa dovrebbe pagare.

Per questo motivo il sistema su cui puntare è il controllo dei flussi e quindi prevedendo una tassa di scopo variabile e incentrata su qualsiasi presenza turistica. Per realizzare tale scopo, serve un centro prenotazioni informatizzato, gestito da ente comunale esclusivo, finalizzato alla cessione dello strumento impositivo.

Nel nostro caso una card-pos ricaricabile con la quale il turista, potrebbe pagare i servizi in Città  (nessun’altra possibilità  sarebbe ammessa, contante incluso) sia pubblici, che privati convenzionati: parcheggi, garage, pontili di sbarco, vaporetti, traghetti, taxi, bus, circuito musei, cinema e teatri, mostre, bagni pubblici, tassa immondizie e volendo, previo accordo con la Curia e lo Stato: circuito chiese, musei statali e provinciali, treni ecc.

In buona sostanza se il turista o il gruppo non richiedesse questo magico pass (con il suo possesso è associata la contribuzione), alla fine, certamente si potrebbe comunque arrivare a Venezia, ma sicuramente muoversi diventerebbe un’impresa quasi impossibile e di molto limitata sarebbe l’escursione culturale.

Pietro Alvise Gaggio

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