Il Patriarca Francesco ha guidato la Santa Messa prefestiva della Domenica delle Palme presso la Casa di Reclusione femminile della Giudecca questo pomeriggio. Accanto a lui c’erano la direttrice Mariagrazia Bregoli, gli educatori, il personale e la polizia penitenziaria, oltre ai religiosi e ai volontari del Patriarcato di Venezia, insieme al cappellano don Antonio Biancotto, che ha concelebrato la Messa.
Durante la sua omelia rivolta alle detenute, il Patriarca ha voluto mettere in luce il significato di questa Liturgia nel contesto delle festività cristiane più importanti: “Questa celebrazione è di grande importanza in preparazione alla Pasqua. Inizia la Settimana Santa, durante la quale l’intera umanità si ferma per contemplare la storia di Gesù. Il Figlio di Dio si è unito alla storia e ha sopportato il peso di essa: questo peso ha un nome, ed è il peccato. La lettura della Passione del Signore, svolta durante la Messa delle Palme, ci rende partecipi di quella vicenda storica. Questa storia è radicata in ognuno di noi e, di volta in volta, ci troviamo a interpretare vari ruoli: siamo come Pilato, siamo come Caifa, siamo come il Cireneo, siamo come la folla che si nasconde dietro le opinioni dominanti, senza verificare i fatti e le persone per quello che realmente sono (la vita e la persona di Gesù). Questa domenica è un momento di importanza fondamentale che anticipa la celebrazione della Pasqua”.
Un pensiero, poi, il Patriarca lo ha rivolto alla prossima visita a Venezia del Santo Padre del 28 aprile: «Siamo nell’imminenza del Viaggio pastorale del Papa a Venezia che inizierà la sua visita alla nostra Chiesa proprio qui. Il Papa desidera salutarvi ed incontrarvi. È un bel gesto, un gesto di incoraggiamento che riconosce la dignità di tutti e indica la speranza che è di fronte a ciascuna di voi e alle vostre famiglie e ai contesti in cui, adempiuto il momento rieducativo della pena, potrete incontrare. La speranza trasforma e ci rende migliori già adesso in un futuro che ancora non è nostro, ma che voi potete costruire giorno dopo giorno».
Il Patriarca Francesco ha voluto poi inquadrare questa celebrazione nel contesto della preparazione che tutta la Chiesa di Venezia sta vivendo in vista dell’arrivo del Papa: «In genere la celebrazione al Carcere femminile si svolge nell’Epifania, festa della manifestazione del Signore. Quest’anno abbiamo vissuto anche questa celebrazione liturgica che apre la Settimana Santa per vivere anche un momento di preparazione alla Visita del Santo Padre. Siamo contenti di questa scelta del Papa di iniziare da questo luogo in cui si cerca di ricostruire delle vite e donare un futuro. Credo sia questo il messaggio si vuole dare attraverso questo luogo e questa comunità di persone, anche con il Padiglione del Vaticano per la Biennale. L’arte appartiene a tutti e, in momenti di sofferenza e di ripensamento della vita, può donare uno sguardo che trasforma la realtà, conferendo una sapienza che non si potrebbe altrimenti possedere».