Ormai ci siamo. Anche Mestre si affianca alla storia turistica della Venezia matrigna e si mette in gioco.
A giocare con lei e senza brutti scherzi è la crescita dei clienti che approfittano dell’Ostello tedesco AO di Via Ca’ Marcello e il numero crescente è impressionante, qualora fosse concesso stupirsi ancora.
In pochi mesi le presenze riscontrate sono 85mila, tutti clienti che vogliono recarsi subito nella città lagunare, com’è logico che sia, anche se Mestre sta rivalutando la sua vocazione turistica e a sentire i commercianti, i ristoratori dei dintorni, qualche vantaggio riescono a riscontrarlo dal punto di vista economico e attrattivo.
Ma non basta, in questi giorni è stato avviato il Cantiere, nell’ex Agenzia delle Entrate per la costruzione di ulteriori 300 camere che con le precedenti, già in primavera saranno 600.
L’ostello quindi sarà sempre più ricettivo, e non si sa come l’ACTV potrà affrontare il problema dei trasporti. Sì, c’è il treno, gli autobus rinforzati alla stazione e in tutta la zona via Piave e via Cappuccina, ma con 2mila posti letto a disposizione, sarà difficile dare risposte adeguate, anche perché una volta messo piede a Venezia, i clienti si scontreranno con intasamenti di ogni genere.
Ciò detto, c’è la soddisfazione dell’Amministrazione comunale per il consistente aumento delle presenze e ancor più della Compagnia tedesca di AO che non risparmia critiche a chi l’accusa di portare in città turismo “povero”.
I dirigenti della catena tedesca spiegano che l’età media dei clienti dell’ostello è di circa trent’anni e che non è detto che siano poveri (qualora fosse un delitto), anzi spendono poco per dormire e poi fanno acquisti in città, vanno nei ristoranti, visitano i musei, l’importante è dare servizi di base, anche scarni ed essenziali, ma alla portata di tutti. Basta accontentarsi. Insomma, cosa c’è che non va?
Andreina Corso