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Ospedale evacuato per incendio: lettini di emergenza in una palestra per i ricoverati

Panico per l'incendio all'ospedale di Tivoli. La paura nel buio della notte: la prima cosa a saltare è stata l'energia elettrica.

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All’esterno dell’ospedale incendiato una procedura crudele: dalle prime ore del mattino un via vai di persone che arrivano, chiedono notizie, vengono “rimbalzati”, si disperano. Sono i familiari arrivati per chiedere informazioni, avere notizie sui propri cari che erano ricoverati nell’ospedale che ha preso fuoco. “Vogliamo chiarezza sulle cause della morte di nostra madre – dicono all’Ansa i parenti di Giuseppina Virginia Facca, una delle vittime – Ci hanno detto che è morta nel momento in cui è scoppiato l’incendio, ma non per il fumo. Lei aveva 84 anni e un problema ai polmoni, era stata nuovamente ricoverata tre giorni fa al terzo piano. Noi vogliamo la verità. Abbiamo appreso della sua morte da un notiziario locale”.

Nell’ospedale che ha preso fuoco fiamme e fumo si sono rapidamente propagati in diversi piani e reparti. E’ così diventata subito una notte di terrore nel nosocomio di Tivoli, alle porte di Roma, per l’incendio divampato intorno alle 23 di venerdì sera. I vigili del fuoco hanno lavorato diverse ore per domarlo e, assieme a polizia e carabinieri, per mettere in salvo le persone ricoverate.

Il bilancio dell’incendio è di tre morti e circa 200 pazienti evacuati. Le vittime sono tre persone anziane. Estratto il corpo di una quarta persona che sembra fosse morta già prima che scoppiasse il rogo. Per chiarire le cause dei decessi è stata comunque disposta l’autopsia.

La Procura ha aperto un fascicolo e il pm di turno ha effettuato un sopralluogo sul posto. Dalle prime verifiche dei pompieri sembrerebbe che l’incendio possa essere partito da alcuni rifiuti che si trovavano nel retro della struttura a un piano interrato e si sia poi diffuso all’interno coinvolgendo diverse aree come la radiologia, il pronto soccorso e l’obitorio.

Gli accertamenti vanno avanti per ricostruire con esattezza tutte le fasi e sul funzionamento del sistema antincendio. Ed è ancora tanta la paura tra chi è riuscito a scappare dalle fiamme. “Ero al pronto soccorso – ricorda Paolo Gabrielli, uno degli evacuati – Ho sentito la puzza di plastica bruciata e sono uscito fuori. E’ saltata la corrente, quindi scappavamo grazie alle luci di emergenza anche se si vedeva poco. Sono stati momenti di panico. Oltre alle barelle ci si affrettava come si poteva e alcuni malati venivano portati anche a braccio”.

Allestita per l’emergenza la palestra comunale Maramotti dove sono stati sistemati dei lettini per assistere i malati in attesa dei trasferimenti.

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