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Ordinanza Zaia: «Niente transito fra Comuni dalle 14, negozi aperti fino alle 21». Zona arancione ridotta, «necessaria»

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Salgono contagi e ricoveri in Veneto. Il presidente della Regione Luca Zaia torna a fare il punto della situazione e, pur con record di tamponi rapidi e molecolari eseguiti quotidianamente (dai 50 ai 60 mila), la grande “rete” del tracciamento continua a tirare su molti pesci. Il tasso di incidenza del virus sulla popolazione «è sotto controllo», tuttavia il valore assoluto dei decessi «è preoccupante». Per questo il presidente Zaia ha preferito anticipare il Dpcm. Ponendo in essere in parte le prescrizioni tipiche della zona arancione con l’ordinanza di oggi, giovedì 17 dicembre.

L’ordinanza

Quelle che non sono scattate qualche weekend fa, quando la Regione ha imposto delle regole ai negozi, sulla capienza massima ammessa e le saracinesche abbassate nei centri e parchi commerciali nei fine settimana, ma il problema restavano gli assembramenti in centro città. Non si poteva che arrivare al blocco, di fronte al dato dell’incremento dei contagi e dei ricoveri: il presidente Zaia ha prescritto lo stop fino al 6 gennaio dello spostamento delle persone tra i Comuni a partire dalle 14 del pomeriggio, tutti i giorni.
Sono 92 i decessi in Veneto nelle ultime 24 ore, 1.154 i nuovi contagi. Il totale dei positivi in regione dall’inizio dell’epidemia sale così a 205.609, il numero dei decessi a 5.161. In terapia intensiva sono ricoverate 378 persone (+6). Gli attuali positivi sono 95.779 contro i 94.225 di ieri (+1.554). Le persone guarite dal virus sono 104.089.

Zona arancione ridotta

«Non una restrizione dolorosa – commenta Zaia – che dà una risposta di tipo sanitario. Con delle deroghe, ovviamente. Si tratta di una sorta di zona arancione ridotta. Perfezioneremo questo testo e lo invieremo al ministro Speranza per l’intesa. Nell’attesa che il governo prenda misure nazionali, dobbiamo metterci in sicurezza cercando di tutelare il più possibile le libertà personali».

«Se il governo vorrà adottare delle misure – continua – noi pensiamo che debbano essere stabiliti anche dei ristori. Davanti a una incertezza rispetto a quello che accadrà, vorrei evitare di prendere provvedimenti che vadano a cozzare con quelli che poi verranno presi a livelli nazionale».

Contagi

«Abbiamo fatto una indagine sui contagi – commenta la dottoressa Francesca Russo – e non c’è ancora quel calo che auspicavamo. Nonostante ciò siamo ancora in area di rischio gialla, l’Rt rassicura perché è legato ai sintomatici, ma è fondamentale rompere la catena di trasmissione del virus, riducendo gli affollamenti per evitare di continuare a stressare la macchina ospedaliera. Chiudere è necessario».

 

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