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‘Ok, glass’ in emodinamica, e i super occhiali di Google entrano in sala operatoria per la prima volta

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google glass in sala operatoria

«Ok, glass». Patrizia Presbitero medico cardiologo primario emodinamista accende i suoi occhiali di Google in sala di emodinamica. La dottoressa «vede» tutto, il campo operatorio perfettamente sgombro alla vista, con a fianco i parametri vitali del paziente, la cartella clinica del suo operato e, in caso di dubbi, può anche consultare una bibliografia digitale.

La coronarografia che consente di entrare nei vasi sanguigni del cuore insieme ai suoi cateteri, naviga nelle coronarie del paziente, disostruisce e colloca stent mentre decine di specialisti «allievi» ‘vedono’ l’intervento.

Google Glass entra così in sala operatoria proponendone un’applicazione con «competenze» medico-chirurgiche. Il prototipo testato è un progetto innovativo portato avanti da due aziende (Rokivo e Vidiemme) in collaborazione con l’Istituto Humanitas di Rozzano.

Tutto quello che vede ed esegue il medico Patrizia Presbitero può essere osservato da chiunque sia collegato, anche dall’altra parte del mondo. Wifi o Bluetooth le vie di connessione di questi super occhiali con display ad alta risoluzione, fotocamera da 5 megapixel e video a 720 pixel.

Alla fine il primario dirà dei super occhiali Google: «Sono agili da indossare e non disturbano il campo visivo, perché lo schermo non è centrale ma laterale e permette di concentrarsi sul paziente e l’operazione stessa. Dal punto di vista didattico, è uno strumento importante perché consente di avere lo stesso punto di vista di chi è impegnato in un delicato intervento chirurgico, soffermarsi sui movimenti delle sue mani e osservare quello che gli sta intorno in sala: dai monitor allo staff di infermieri che lo supportano. E gli sviluppi futuri ci permetteranno di visualizzare sulla lente tante altre informazioni utili».

«Stop glass», intervento terminato. Perfettamente riuscito.

Paolo Pradolin

[17/04/2014]

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