Pensioni: Quota 103 diventa “Quota 104”. Questa la novità più importante del governo che sta mettendo in atto una stretta sul pensionamento anticipato e sta apportando significative modifiche al sistema pensionistico italiano. La legge di Bilancio imminente non solo introdurrà nuove restrizioni alla flessibilità in uscita, ma renderà più difficile l’accesso alla pensione prima dei 67 anni, l’attuale età di vecchiaia. Le riforme prevedono un aumento dei requisiti e l’eliminazione di alcune opzioni pensionistiche precedentemente disponibili.
A partire dal 2024, l’accesso alla pensione sarà consentito solo a coloro che raggiungono l’età di 67 anni. Questa restrizione colpirà particolarmente coloro che maturano una pensione inferiore a 1,5 volte l’importo della pensione sociale, che nel 2023 ammonta a 745,91 euro. Fino ad oggi, coloro che contribuiscono al sistema previdenziale dovevano attendere fino all’età di 71 anni per accedere alla pensione, ma ora saranno anch’essi soggetti alle nuove regole.
Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha dichiarato che le forme di pensionamento anticipato verranno ulteriormente limitate, eliminando l’Ape Sociale e la Quota 103 previste negli anni precedenti. L’accesso al pensionamento anticipato sarà dunque reso più restrittivo.
La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha spiegato che vi sarà anche una rivalutazione delle pensioni fino al 100% per quelle fino a quattro volte l’importo minimo, scendendo al 90% per quelle comprese tra quattro e cinque volte il minimo, e successivamente con percentuali decrescenti per importi superiori. Si conferma anche la super rivalutazione per le pensioni minime degli over 75enni.
Novità per coloro che sono nel sistema contributivo, poiché il vincolo di 1,5 volte l’assegno sociale per andare in pensione a 67 anni sarà rimosso. La legge di Bilancio eliminerà l’Ape Sociale e l’Opzione Donna, introducendo un nuovo Fondo per la flessibilità in uscita che consentirà l’accesso alla pensione a coloro che hanno 63 anni di età e 36 anni di contributi. Questa opportunità sarà estesa ai caregiver, ai disoccupati, a coloro che svolgono lavori gravosi, ai disabili e alle donne con 35 anni di contributi, come precedentemente previsto dall’Opzione Donna. Tuttavia, per le donne, il requisito anagrafico è stato aumentato a 60 anni, con alcune riduzioni previste per le madri.
Questa riforma comporterà inevitabilmente una maggiore difficoltà nell’accesso alla pensione per i disoccupati, i caregiver e i disabili, che oggi potevano contare sull’Ape Sociale come un ammortizzatore di accompagnamento alla pensione, pur non essendo considerato un vero e proprio regime pensionistico, con 30 anni di contributi.
In aggiunta, il sistema di Quota 103, che permetteva il pensionamento anticipato a 62 anni con 41 anni di contributi, verrà eliminato. Il requisito anagrafico sarà aumentato a 63 anni, ma il requisito contributivo rimarrà invariato a 41 anni.
Tuttavia, l’opzione di uscire dal lavoro con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne) resterà disponibile, insieme a una finestra mobile di 3 mesi, indipendentemente dall’età.
Resta confermato il bonus Maroni, che premia coloro che scelgono di rimanere al lavoro nonostante abbiano già maturato i requisiti per la pensione.
Ma Salvini non aveva promesso già nel 2018 con il governo giallo verde che avrebbe abolito la Fornero?