Quando l’orologio biologico non va più avanti come prima, quando superata la soglia dei sessant’anni i cambiamenti si fanno più sentire e l’esistenza è stravolta da numerosi altri imprevisti e situazioni, non resta che sapersi reinventare una vita e se stessi, questa la sorta di morale-consiglio che Rebecca Winter, la protagonista del romanzo Natura morta con briciole di Anna Quindlen, pubblicato in Italia da Cavallo di Ferro, dà a tutte coloro che come lei, a sessant’anni, mettono la parola inizio ad un’altra fase della propria vita.
Rebecca Winter è una nota fotografa newyorkese ormai in declino e con problemi economici. Ha un figlio ormai adulto, Ben, un divorzio alle spalle e due genitori anziani. Per risparmiare, decide di mettere in affitto il suo bellissimo appartamento in città e andare a vivere in campagna in una casa più economica e quasi fatiscente. In questo paesino conoscerà un mondo diverso da quello a cui era abituata a New York City e con esso anche dei nuovi amici e Jim, un uomo più giovane di lei.
Dopo numerosi romanzi, che per chi non conosce la Quindlen, scrittrice e giornalista statunitense premiata con il Pulitzer per la sua rubrica sul New York Times, sono sempre molto malinconici e drammatici, questa volta ci si trova di fronte un romanzo con risvolti meno infelici. Immerso nel realismo e nella semplice quotidianità, Natura morta con briciole, riesce a colpire le lettrici proprio per la sua capacità di raccontare, con estrema naturalezza, situazioni che tutte potrebbero vivere in prima persona.
Quella di Rebecca Winter infatti, è un’esistenza senza tanti fronzoli, vissuta certo negli ambienti della borghesia newyorkese, attorniata dagli agi, ma senza particolari scosse ed avvenimenti. Con il divorzio e l’improvvisa crisi economica, il trasferimento in campagna e l’aver messo in affitto il suo elegante appartamento in città, saranno solamente alcuni degli imprevisti e situazioni che le stravolgeranno la vita.
Cambiamento però, non è sempre presagio di qualcosa di negativo. L’iniziale sensazione di inadeguatezza in questa situazione ed ambiente (campagna), a lei così estranei, per Rebecca si tramuteranno in vere e proprie occasioni. L’incontro fortuito con il riparatore di tetti Jim, le nuove amicizie, i rapporti ritrovati ed altri finiti, saranno per lei sinonimo di rinascita.
Natura morta con briciole, con la sua semplicità e genuinità, finisce per essere un romanzo che è inno alla vita, soprattutto per quando donne, ma anche uomini, arrivati alla famosa ‘’pausa’’, pensano che sia tutto finito e che inizi la vecchiaia. Come insegna la Quindlen però, nulla è perduto, tutto può essere reinventato, anche se stessi. A volte cambiare aria e respirarla a pieni polmoni, fa bene.
Raccontando la storia della protagonista, dando dei consigli e con un grande messaggio di speranza, l’autrice riesce nell’intento di distaccarsi dai precedenti romanzi e sebbene in alcuni punti i flashback della precedente esistenza di Rebecca, tendono ad affettare il testo, grazie all’umorismo e alla scrittura semplice e dettagliata, la Quindlen trasporta le lettrici nel mondo della protagonista, fa vivere le vicende in prima persona e regala un romanzo che seppur nella sua sobrietà, risulta brillante.
Alice Bianco
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