Clarence Seedorf è un uomo coerente con le proprie convinzioni. Così, fino a ieri, non c’era alcun segnale che l’allenatore del Milan volesse derogare dalle sue convinzioni. Persino quelle che più fanno innervosire il presidente Silvio Berlusconi (che non sopporta di vedere Balotelli così solo e soprattutto così lontano dall’area di rigore) e l’ad Adriano Galliani: Con Berlusconi ci vuole il coraggio di cambiare idea, altrimenti, ciascuno con le proprie posizioni, Seedorf non cambia
In questo caso le anticipazioni sulla formazione rossonera non sono solo curiosità su chi scende in campo, ma la spia rivelatrice di quello che sta succedendo all’interno del Milan. Il momento è particolarmente delicato. Seedorf ha capito che la decisione su di sé è ormai presa: a fine stagione sarà addio (per questo ha parlato a giornali e tv, provando a spiegare il suo lavoro ai tifosi, di cui sente il sostegno).
Ieri si sarebbero moltiplicate voci incontrollate che l’allenatore avesse deciso di cambiare rotta, inserendo le due punte Balotelli e Pazzini, anche in virtù del fatto che a disposizione ci dovrebbero essere anche El Shaarawy e Petagna, e i due terzini azzurri: Abate a destra e De Sciglio a sinistra.
Invece così non è, come sembra. Nonostante le critiche avanzate dalla società dopo la sconfitta con la Roma, l’unico cambiamento dovrebbe essere l’inserimento di Poli, ma Balo continuerà a tenere in piedi l’attacco da solo e Abate a sedersi in panchina (con Constant a sinistra).
Le voci sono tali, e vengono raccontate e diffuse condite da impressioni e speranze. Però hanno tutte una matrice: confermano che Seedorf è tutto fuorchè un incoerente. E’ come se dicesse: «Io sono questo. Sono sempre stato così, mi conoscevate e mi avete fatto firmare un contratto di due anni e mezzo sapendo che ero così».
Ha ragione, ma con Berlusconi ci vuole il coraggio di cambiare idea, altrimenti, ciascuno con le proprie posizioni, si va dritti verso il divorzio, e Seedorf non cambia.
Roberto Dal Maschio
[03/05/2014]
Riproduzione vietata